Recensione: Legend Of The Bone Carver
Nati da uno split nell’estate del 2001 i giovani danesi Pyramaze sono una buona band che si dedica al power metal. Dopo un debutto il quale ha raccolto diversi consensi (Melancoly Beast del 2003) gli scandinavi sono pronti per confermare quanto fatte sentire nell’esordio. Forti di un’ottima ugola come quella dell’ex Balance Of Power, Lance King, e di un chitarrista in più rispetto al debutto, Legend Of The Bone Carver esce nei negozi pieno di buoni propositi che fortunatamente non vengono disattesi.
Il sound della band si basa principalmente sull’uso di orchestrazioni campionate contrapposte ad un bel riffing uniti ad assoli ed accelerazioni di buon gusto mai troppo esagerati. Sovente i nostri usano giocare con noi alternando il bastone (heavy metal compatto) con la carota (melodie più accentuate). Come già accennato precedentemente la voce di King rappresenta senza dubbio un punto di forza del gruppo con estensioni e pulizia d’esecuzione davvero invidiabili cui si deve aggiungere l’espressività del cantato. Le canzoni più scontate, accademiche e spendibili, sono l’up tempo What Lies Beyond dotato di melodie vincenti e poche pause ed il lento She Who Summoned Me il quale propone un poco originale, ma non per questo meno bello, duetto con la voce femminile di Christina Øberg. Nelle restanti tracce i nostri mostrano una maggiore personalità prediligendo i mid tempo, facendosi desiderare e non esibendo ritornelli oltremodo pomposi ed orecchiabili. I Pyramaze senza esagerare ricercano delle linee melodiche meno immediate e lineari puntando su brani interessanti con diversi cambi di ritmo e mutamenti del sound. Quando sei sicuro di trovarti al cospetto di una hit facile, facile come sarebbe lecito attendersi (ad esempio) dopo i primi secondi della title track, vieni puntualmente smentito con il passare dei minuti. Tra i momenti più belli del disco cito l’heavy metal alternato con le orchestrazioni di Souls In Pain e la mini suite Tears Of Hate davvero meritevole di chiudere un cd ben fatto.
Lavoro promettente che bisogna ascoltare più di una volta prima di poterlo apprezzare in toto. Avere nella propria tracklist solo una vera e propria hit (che spicca per immediatezza sul resto) è una mossa intelligente e coraggiosa. Ho letto recensioni che, forse troppo frettolosamente, definiscono i Pyramaze come una prog metal band. Non cadete nel tranello; la mancanza della doppia cassa non toglie che i danesi siano assolutamente una formazione di power metal melodico. Se siete stufi della solita minestra riscaldata vi consiglio di dare un ascolto a questo disco gustoso e non troppo scontato in attesa del terzo album.
Top Songs: What Lies Beyond, She Who Summoned Me, Bring Back Life.
Skip Song: Blood Red Skies.
Tracklist:
1. Era Of Chaos
2. The Birth
3. What Lies Beyond
4. Ancient Words Within
5. Souls In Pain
6. She Who Summoned Me
7. The Bone Carver
8. Bring Back To Life
9. Blood Red Skies
10. Tears Of Hate
