Recensione: Legs And Flags
«Ci chiamavamo Live, nel 1979, poi abbiamo mutato il nostro nome in Rude. Negli anni ottanta abbiamo fatto il nostro primo disco, “Legs And Flags”, con una serie di cover nel genere hard rock».
Con le convinte parole del cantante e chitarrista Demi apriamo la recensione di questo disco ormai quasi dimenticato. Per i Rude l’Hard Rock intriso di Blues era una vera religione, nei lontani anni ottanta, furono tra i pochi in Italia a difendere con coerenza e tanti sacrifici la loro grande passione per il genere in questione. Il quartetto ligure non può essere ricordato oggi tra le compagini più blasonate della scena tricolore del periodo a causa di una carriera intensa ma avida di soddisfazioni. Dopo aver messo a segno una lunga serie di concerti nell’area di Genova, i nostri approdano al traguardo della registrazione della prima demo professionale semplicemente intitolata: “Rude”.
Questo iniziale lavoro del 1989 mostra una forte personalità artistica ben definita e separata rispetto all’imperante sound “true” Heavy Metal caro ai nomi famosi che affollavano la scena nostrana di fine decennio Ottanta. Dopo aver riscosso il favore di pochi appassionati e fedeli supporters, ma pure le critiche dei giornalisti di vedute meno aperte, i Rude tentarono di infrangere il confine dell’underground con la pubblicazione del loro lp di debutto.
Il disco “Legs And Flags”dell’anno successivo uscì come autoproduzione. Forse si trattò di una scelta da parte della band per non scendere a compromessi con la propria musica, ma probabilmente la compagine si adattò alla necessità causata dalla mancanza di una label disposta a pubblicare un lavoro di difficile collocazione sonora per quegli anni, in bilico tra Hard Rock e Blues. Prima di addentrarmi nella descrizione musicale dell’unico parto discografico ufficiale dei Rude devo spendere alcune parole sul grande lavoro grafico che ha reso “Legs And Flags” un Lp ricercato e apprezzato dai collezionisti. Il platter era avvolto in una copertina di cartone rigido unica nel suo genere, con sfumature in stile seppia. La foto in copertina, di sapore ottocentesco, ritrae i musicisti vestiti come soldati del vecchio west americano, il tutto veniva impreziosito da un sigillo in cera lacca in stile d’altri tempi. Con questa immagine fortemente “Western & Blues” si capivano immediatamente le coordinate sonore del quartetto in questione.
La personalità dei nostri liguri si percepiva pure dalla scelta di aprire il disco con la roboante “I Live For Rock’n’Roll” e di chiuderlo con l’altrettanto trascinante “I’m A Rocker”, entrambe cover dei leggendari The Rods, act statunitense poco noto agli ascoltatori italiani del periodo. Si facevano notare pure le ottime “Rude” con il suo incedere cadenzato di chiara intenzione Blues e “Don’t Bother Me” che rimanda ai Motorhead. “Show Me Your Legs” e “For The Lake” sono due composizioni atipiche ma altrettanto interessanti, entrambe sferzate da un vibe elettrico coinvolgente, ma difficili da descrivere.
Le poche copie del disco pubblicate all’epoca, pare solo 200, finirono in breve tempo e dei Rude si persero le tracce agli inizi degli anni Novanta. Finalmente nel 2010 la band si riformò con lo pseudonimo Rude3 ritornando sui palchi più rinomati della Liguria e nei raduni motoclistici che brulicano di appassionati del genere musicale caro a questi musicisti.
Le parole del gruppo credo siano la maniera più rappresentativa per chiudere la recensione di “Legs And Flags” : «Durante il nostro concerto facciamo una rivisitazione dei grandi classici dei Motorhead, ma anche alcuni pezzi inediti dei Rude, oltre alle canzoni dei mitici ZZ Top. In comune abbiamo la passione per la musica ma anche per la motocicletta. Infatti, siamo richiestissimi come band per i raduni dei motociclisti».
Alessandro Cardinale
Tracklist:
1 – I Live For Rock’n’Roll (The Rods)
2 – Rude
3 – Show Me Your Legs
4 – Don’t Bother Me
5 – For The Lake
6 – I’m A Rocker (The Rods)
Line-up:
Demi – voce, chitarra
Dido Caradonna – chitarra
Marco Maceroni – basso
Mauro Stradella – batteria