Recensione: Let me Feel your Power
I cari, carissimi, vecchi Saxon ci hanno preso gusto a perpetuare l’adagio “Strike while the iron is hot” su se stessi visto il numero impressionante di uscite di lavori dal vivo, boxset in vinile, compilation e Dvd che stanno costellando gli ultimi anni della loro produzione. Let me Feel your Power, pacchetto live oggetto della recensione, rischia quindi di assumere solamente il ruolo di “ultimo della serie” di questo stillicidio made in UK. In effetti grandissime variazioni rispetto alle recenti pubblicazioni degli Stallions dello Yorkshire on stage non ve ne sono: la line-up è quella, la label – Udr, of course – si mantiene inalterata e la scaletta dei brani dal vivo è pressoché obbligatoria, perché i fan dai Saxon PRETENDONO quei brani. Punto. Le variazioni di turno riguardano l’inserimento di uno o più episodi tratti dagli album recenti.
Qual è, quindi, la molla per correre al primo negozio di musica – oppure, meno romanticamente, collegarsi al Pc o allo Smartphone e aggiungere Let me Feel your Power al carrello – e accaparrarsi anche quest’ultima fatica battente la bandiera dell’Union Jack? Che poi ‘sta gran fatica, nella fattispecie, non devono averne riversata per allestire due Cd dal vivo e un Dvd strettamente correlati fra di loro.
Rispondendo alla domanda di cui sopra,
“per la passione e il credo infinito nei confronti di una band unica”
che nel corso della propria storia non ha mai tradito i fan, sebbene qualche bella sbandata dalla retta via dell’Acciaio se la sia presa, così come un po’ tutti gli altri defender e meno defender accostabili a loro per percorso artistico e longevità sulle scene.
Peter Rodney Byford (Honley, West Yorkshire, 15 gennaio 1951), detto “Biff”, canta meglio oggi rispetto a quando teneva allenato – spesso sforando nel sovrallenamento – l’inquilino che si ritrovava in mezzo alle gambe al posto di preservare la propria ugola. A testimonianza di quel periodo la versione oscena di Heavy Metal Thunder contenuta all’interno del Medley dell’85 (Heavy Metal Thunder / Stand Up and Be Counted / Taking Your Chances / Warrior). E’ stupefacente, infatti, nel 2016, sentirlo “tirare” anche all’interno di alcuni passaggi in molti dei brani proposti che fino a qualche tempo fa venivano da lui utilizzati in folle con mestiere per rilassare le corde vocali. Nigel Glockler, colui che prese il posto di Pete Gill prima del Denim and Leather Tour nel 1981 pesta ancora come un fabbro, nonostante i recenti problemi di salute e il resto della truppa non è da meno: Quinn è il solito killer all’ascia principale, alla seconda Scarrat fornisce tanta sostanza e Carter al basso impersona l’indemoniato che quasi quasi fa headbanging anche durante le pause. Una band in palla, quindi, come sempre.
I concerti abbracciati dall’uscita sono quelli di Monaco (Novembre 2015), uno spaccato da Brighton (Gennaio 2016) e Chicago (Settembre 2015). I Cd audio, al netto di qualche piccolo taglio per motivi di spazio, riproducono in maniera pressoché identica le tracce del Dvd, peraltro curato nei minimi particolari e dalle notevoli inquadrature.
Fa un certo effetto sentire Byford omaggiare la buonanima di Lemmy prima di partire con Requiem durante il gig di Brighton: si realizza una volta di più che Mr. Motorhead non è fra noi… ma è altresì vero che il suo vecchio compagno di mille battaglie, ossia lo stesso Biff, sia forse l’artista più titolato al mondo per ricordarlo dalle assi di un palco, non a caso il frontman dei Saxon evita qualsivoglia indugio all’enfasi, nell’occasione.
Chi fra i coevi dei Saxon – ma la cosa si può tranquillamente estendere anche a band un po’ più giovani – soprattutto fra quelli abituati alle adunate oceaniche di fronte a loro avrebbe avuto l’umiltà artistica e la classe di indossare un gilet carico di toppe lanciato da un fan del pubblico senza battere ciglio ma soprattutto evitando di controllare di fino quale o quali main patch vi erano appiccicati dietro? Biff l’ha fatto, durante il gig di Monaco, e se l’è tenuto per po’ di canzoni addosso, per poi indossarne un altro più a tema Sassone. Tornando al primo non si trattava di un one band gilet riferito ai Saxon, sulla schiena di Biff campeggiava un mega logo dei Judas Priest e il disegno sottostante era riferito a Ronnie James Dio. Probabilmente la toppa dei Saxon era fra le decine di quelle attaccate a corollario… Gente come gli Stallions of the Highway non ne nasce più, godiamocela il più possibile anche se obiettivamente un’uscita come Let Me Feel your Power difficilmente si potrà annoverare fra quelle imperdibili della loro lunghissima discografia.
Let me feel your poweeeeeer!!!
Let me feel your gloryyyyyyyy!!!
Stefano “Steven Rich” Ricetti