Recensione: Let The Darkness Welcome You

Di Alessandro Zaccarini - 18 Agosto 2005 - 0:00
Let The Darkness Welcome You
Band: Nicta
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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58

I Nicta si formano nel Dicembre 2001 con l’intento di orientarsi verso un metal melodico caratterizzato da un ampio uso delle tastiere senza però tralasciare alcune delle componenti aggressive tipiche dell’epic metal. A leggere quanto scritto qui dal nostro Lavazzone due anni fa, la band ci era riuscita con il demo precedente. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un passo indietro non da poco.

In questo Let The Darkness Welcome You la band di Rovigo propone cinque pezzi in continuo bilico tra un genere e l’altro, rifacendosi a tutta la tradizione metal che sfoggi tastiere onnipresenti, gonfie e con con campionamenti di archi quasi gothicheggianti.

Cinque pezzi che mostrano tutte, esclusa forse l’opener Millenary Order, lo stesso grande difetto: quella che potremo definire la ‘sindrome da pentolone’. Pesca di qua, pesca di là, i Nicta buttano dentro il calderone spezzoni di rimando a tutto e niente, diventando a tratti imbarazzanti. Sentitevi l’anarchia totale che regna tra il terzo e il quarto minuto di Manchurian Candidates per avere un’idea di quanto confusionaria possa presentarsi la loro proposta. Non c’è coerenza tra le linee vocali e la struttura musicale, non c’è traino (non si può scattare e decelerare ogni dieci secondi, la resa del pezzo ne risente), non c’è un riffing personale, anzi le parti di chitarra suonano il più delle volte troppo banali. La tastiera  fa un po’ quello che vuole, fagocitando più di una volta qualsiasi altro strumento, in un continuo alternarsi di atmosfere power, death o thrash, nessuna realmente in grado di convincere.

Non è power metal sinfonico, epico e di grande impatto con voce sporca alla Turisas (lode e gloria ai guerrieri finnici), non è death metal melodico e non è nemmeno un incrocio alla Children of Bodom. Di black sinfonico non ne parliamo proprio… ma allora cos’è? Fate un misto delle cose peggiori di Dimmu Borgir e Cradle of Filth per avere un paragone non perfettamente calzante, ma sufficiente.

Peccato, perché di tanto in tanto i frangenti buoni ci sono, la produzione è più che discreta e la band pare avere doti tecniche sufficienti a concepire qualcosa di meglio. Let The Darkness Welcome You è assolutamente troppo incostante e decisamente troppo privo di carisma.

Tracklist:
1. Millenary Order
2. In Embryo
3. Let Us Suffer
4. The Night I Fell
5. Manchurian Candidates

Contatti: www.nicta.it

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