Recensione: Lettin Loose
Gli Heavy Pettin’ si formarono nel 1981 in Scozia, a Glasgow, a seguito della reunion degli ex componenti della band Weeper, in particolar modo per volontà del chitarrista Gordon Bonnar, del batterista Gary Moat e del bassista Brian Waugh. Aggiunti alla line-up il secondo chitarrista Punky Mendoza e il carismatico singer Steve “Hamie” Hayman, la band iniziò subito l’attività live, attirando l’attenzione di molte label, non lasciandosi sfuggire l’appetitosa occasione offerta dalla major Polydor Records, con la quale pubblicarono il disco del debutto, ‘Lettin Loose’, nel 1983. Il lavoro vede alla produzione un pezzo da novanta, nonché vera e propria icona del mondo del rock, come Brian May, storico chitarrista dei Queen, qui alla Sua prima esperienza come produttore – curioso dettaglio venuto alla luce anni più tardi.
Il lavoro, uscito in piena New Wave Of British Heavy Metal, non può che “subire” l’influenza di alcune della maggiori band del settore, fra le quali spiccano soprattutto Def Leppard – in particolar modo quelli dei primi dischi – Saxon e Diamond Head, presentando nella propria proposta sonora dei riff e delle accelerazioni sullo stile dei gruppi citati, senza però cadere nel plagio o nella imitazione. La velocità è senz’altro la protagonista principale del lotto, la quale riesce a donare una certa aggressività alle tracce presenti: l’opener ‘In And Out Of Love’, il prorompente sentimentalismo – ma non per questo senza mordente – di ‘Love On The Run’ e ‘Love Times Love’, la trascinante ‘Victims Of The Night’, aprono il lavoro all’insegna di un terremotante heavy metal in perfetto british-style, con tanto di chitarre tuonanti, capaci di sfornare riff infuocati ed adrenalinici, confezionati a dovere dalla coppia di asce Bonnar/Mendoza. Dietro al microfono, il singer “Hamie” Hayman scatena tutta la Sua energia, riuscendo ad offrire a chi ascolta una rabbiosa ma piacevole esecuzione, con la sua particolare timbrica, che a tratti ricorda un po’ il grande Biff Byford, soprattutto in termini di grinta e di carattere.
Non da meno, senza dubbio, anche la prova di Gary Moat dietro le pelli, il quale scatena tutta la sua rabbia, contribuendo non poco ad attribuire quella durezza in più al sound degli scozzesi. Un’energia che si scatena anche nella seconda parte del disco, dove l’incalzante ‘Shout It Out’(con tanto di coro di leppardiana memoria nel ritornello), la “diabolica” ‘Devil In Her Eyes’ e la “infernale” ‘Hell Is Beautiful’, mantengono alti i ritmi, non permettendo all’ascoltatore di abbassare la guardia, riscaldandolo con chitarre che ruggiscono come leoni affamati, all’insegna di ritmi al fulmicotone, con un Hayman che si lascia esplodere in tutta la sua frenesia, in particolar modo nell’episodio conclusivo. A mio avviso, meritano una menzione particolare le straordinarie ‘Broken Heart’ e ‘Rock Me’: la prima, viene introdotta dolcemente da un delicato arpeggio di chitarra, ma si lascia poi infiammare in un accattivante e struggente hard n’ heavy, con un ritornello molto catchy e impossibile da scordare; la seconda, anch’essa con un arpeggio nella parte iniziale, mostra ulteriormente il gusto per la melodia del quintetto britannico, grazie ai cori presenti nel ritornello, molto orecchiabili e di impatto.
In conclusione, ‘Lettin’ Loose’ si dimostra un ottimo disco, a base di un heavy metal fumante ed elettrizzante, il quale riscosse anche un discreto successo all’epoca, permettendo alla band di Glasgow di supportare, nell’anno successivo all’uscita, grandi nomi del calibro di Ozzy Osbourne e Kiss nei loro rispettivi tour britannici. Un album che sicuramente non potrà deludere in fan della magica NWOBHM e del metal più classico. Da scoprire e riscoprire. Vivamente consigliato.
Luca “El Pata” Corsi
Tracklist:
01. In And Out Of Love
02. Broken Heart
03. Love On The Run
04. Love Times Love
05. Victims Of The Night
06. Rock Me
07. Shout It Out
08. Devil In Her Eyes
09. Hell Is Beautiful
Line-up:
Steve “Hamie” Hayman – Voce
Gordon Bonnar – Chitarra
Punky Mendoza – Chitarra
Brian Waugh – Basso
Gary Moat – Batteria