Recensione: Leur Sauvage Pousée [EP]
Provenienti dallo sperduto Piuro in provincia di Sondrio, i Cleaver, ormai da un decennio, propugnano la loro fede sia musicale sia lirica verso il rapporto intimistico che lega indissolubilmente l’Uomo alla Natura.
Nati come una band di punk-rock, il passare del tempo ha loro consentito di evolversi in maniera costante verso l’attuale stile, fusione fra black e folk.
Dopo tre demo artigianali, l’EP “Leur Sauvage Pousée” – registrato presso uno studio professionale – rappresenta al momento lo stato dell’arte del progetto.
La maturità artistica appare infatti finalmente raggiunta: nonostante alcuni brani siano stati composti in epoche remote, la sequenza complessiva è lineare e omogenea.
Non si percepiscono discontinuità temporali e la connotazione è indicativa di una band con parecchie idee chiare nella testa, in grado peraltro di concretarle con coerenza e semplicità.
Traspare, anche, la forza di una grande passione: dall’artwork sino all’ultima nota di “The Grand Fruit Of Sloth”, l’immedesimazione nell’Universo parallelo ove il tempo si è fermato al Medioevo è assoluta.
La cura maniacale per dar vita all’ambientazione entro la quale muoversi non può che essere motivo di merito per i Nostri, soprattutto perché oltre alla veste grafica c’è la musica.
Musica che affonda le radici nel black più ortodosso, al quale è stata innestata una robusta ramificazione folk; inteso quest’ultimo non tanto quanto relazione con la musica popolare (comunque presente), ma come riferimento diretto alla Natura che sovraintende ogni cosa, Uomo compreso.
Per tentare di fare un paragone, più che a certe soluzioni nordeuropee (Moonsörrow) verrebbe da pensare a modelli nati nelle foreste della Francia mitteleuropea (Alcest).
Comunque sia, Luca “Exus” Martinucci, Roberto “Cordelio” Aquino e Federico “Herold” Martinucci ci mettono del loro, riuscendo a disegnare un’opera che ha pochi riscontri, nel nostro Paese.
Già “Leaving The Beloved Prison”, con la sua soave melodia, mostra il concetto alla base dell’EP: potenza tipica del metal estremo disciolta in armonie popolari (“Ipna”).
Il growling di Exus è violento, molto aggressivo, e viene alternato a uno screaming altrettanto veemente – frutto dello stesso Exus e di Cordelio – , come si può facilmente evincere da “Searching For Tragedy” o da “Storsæterfossen”.
Un altro esempio del sopracitato connubio risiede in “Domani Si Muore”, dall’azzeccata melodia portante, facilmente memorizzabile.
Non mancano nemmeno attimi più caotici e claustrofobici, ove i blast beats di Cordelio la fanno da padroni (“Happy Little Things”).
Così come si è aperto, il CD si chiude con la riuscita contrapposizione fra dolcezza (“Brooding Time”) e rudezza (“The Grand Fruit Of Sloth”).
Poco più di venti minuti sembrano pochi per esprimere un parere. In questo caso, tuttavia, sono più che sufficienti. Questa osservazione sintetizza, al massimo, il contenuto di “Leur Sauvage Pousée” e la validità dei Cleaver che, a parere di chi scrive, non devono assolutamente mollare la presa ma continuare imperterriti sulla propria strada.
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Track-list:
1. Leaving The Beloved Prison 0:59
2. Ipna 3:24
3. Searching For Tragedy 3:59
4. Domani Si Muore 3:05
5. Happy Little Things 2:47
6. Storsæterfossen 3:14
7. Brooding Time 0:47
8. The Grand Fruit Of Sloth 3:54
Line-up:
Luca “Exus” Martinucci – Chitarra e Voce
Roberto “Cordelio” Aquino – Batteria e Voce
Federico “Herold” Martinucci – Basso