Recensione: Lex Sacrata
I Sakahiter sono un gruppo black metal proveniente da Campobasso che inizia a muoversi sulla scena underground nel Settembre del 2002. Dopo aver abbandonato il precedente monicker di Exsecror per omonimia con un’altra band, il gruppo si assesta su una line-up formata da Amon alla voce e alla chitarra, Eucles alla seconda chitarra, Hrim al basso e Saunitan alla batteria. Con questa formazione, i Sakahiter registrano all’inizio del 2003 il demo Lex Sacrata ai Temple of Noise Studios di Roma.
Da segnalare l’originale concept storico dedicato ai Sanniti a cui si rifà la band, che riprende nel monicker stesso una parola dell’antica lingua osca: Sakahiter significa “che sia sacrificato”. L’osco era il ceppo linguistico delle popolazioni italiche che abitavano in quell’area geografica compresa tra Campania, Basilicata e Molise. Tra queste popolazioni erano da annoverare i Sanniti, indomiti guerrieri pastori, che diedero notevole filo da torcere all’allora nascente potenza di Roma.
Nella cover-art di Lex Sacrata viene omaggiato un famoso episodio storico che accadde durante la Seconda Guerra Sannitica (326 – 304 a.c.), quando alle Forche Caudine l’esercito romano subì da parte dei Sanniti una rovinosa sconfitta (321 a.c.). Il disastro militare culminò con l’umiliazione inflitta ai legionari romani sopravvissuti che furono obbligati a passare sotto a un bastone in modo da inchinarsi davanti ai vincitori.
Il demo é composto da cinque tracce ed è aperto da una breve intro costituita da un’atmosfera temporalesca dove si sente in lontananza una litania pagana, che sembra quasi essere sussurrata da uno sciamano intento a domare chissà quali forze naturali. La successiva Blood–stained Agony irrompe come un’inarrestabile orda di guerrieri assetati di sangue. Il massiccio muro sonoro é sostenuto dal riffing monolitico delle due chitarre e dai tirati blast beat della batteria che si alternano con cambi tempo stop and go molto efficaci. Il gelido e tagliente screaming di Amon domina su tutta la canzone e viene sottolineato in alcuni momenti da un growl profondo e gutturale che accompagna lo screaming stesso. La compatta e granitica Triumph of Decadence é caratterizzata da un susseguirsi di up e mid-tempo orchestrati da un egregio lavoro della batteria, mentre una cupa epicità emerge dal riffing delle chitarre con il disumano cantato di Amon che non da tregua e accompagna l’ascolto suscitando immagini morbose e decadenti, come le atmosfere evocate dal videoclip di questo pezzo, disponibile sul sito web del gruppo e girato in modo molto professionale. Eternal Scream è un pezzo lungo e complesso: le chitarre attaccano con un riffing ossessivo e accompagnano la malvagia voce del cantante, creando delle violente spirali sonore che progrediscono in un mid-tempo cadenzato e marziale fino alla violenta accelerazione a base del drumming veloce e possente di Saunitan. L’ultimo brano, Damnation of I.N.R.I, è devastante, un vero assedio, senza via di fuga, senza scampo. Pezzo velocissimo e potente, ha incastonato nella sua struttura un bellissimo riffing melodico che guida con un pathos triste e malinconico la dinamica di tutto il brano.
Supportato da un’ottima produzione, Lex Sacrata è un furia e mette in fila quattro pezzi che sono delle autentiche Forche Caudine sonore. Ma la produzione non è tutto, e oltre alla menzione d’obbligo per l’originalità del loro concept, i Sakahiter si dimostrano concreti, compatti come una coorte di antichi guerrieri sanniti. La band sfoggia buone capacità in sede compositiva ed esecutiva, sia nelle tecniche esibite nel riffing chitarristico che in quelle mostrate dalla sezione ritmica, il tutto coronato dalla devastante prova vocale di Amon. Aspetto con impazienza la produzione di nuovo materiale da ascoltare e sarei curioso di vedere la band all’opera dal vivo.
Tracklist:
01. Intro
02. Blood-stained Agony
03. Triumph of Decadence
04. Damnation of I.N.R.I.