Recensione: Lies’ Device (New Version 2021)
Approfittando della costante richiesta da parte dei fan di una ristampa del disco di debutto autoprodotto “Lies’ Device”, le cui copie fisiche erano terminate da tempo, i lucchesi Kalidia hanno deciso di ri-registrare quasi del tutto il lavoro, nel tentativo di superare quello che era un po’ il suo maggior limite: la produzione, a partire dalla qualità delle registrazioni. Con le tecnologie attuali tra studio e home recording, oggi è del resto possibile registrare e lavorare al suono con molta più agilità rispetto a qualche anno fa. A questo aspetto si somma l’esperienza maturata negli anni dai Kalidia, condividendo il palco con band come Vision Divine, DGM, Ancient Bards e Rhapsody. “Lies’ Device (New Version 2021)” esce per Inner Wound Records con un artwork aggiornato e più professionale ad opera di Jan Yrlund, festeggiando anche il decimo anno di vita della band, attiva dal 2010, a poco più di due anni di distanza dal secondo album “The Frozen Throne” (2018). Un disco, quest’ultimo, che già mostrava una notevole crescita artistica dei Kalidia, lanciando di fatto la band toscana tra le giovani formazioni più rappresentative del power metal melodico del nostro paese.
A dispetto del titolo, il nuovo “Lies’ Device” non maschera né tradisce le aspettative. Il disco ripropone in maniera estremamente fedele all’originale tutte le tracce lasciando quasi inalterate soltanto le tastiere, che non sono state oggetto di ri-registrazione. A giovare principalmente da questo lavoro, oltre alla qualità complessiva, indubbiamente le linee vocali di Nicoletta Rosellini, decisamente più sicura e padrona della sua voce e protagonista di una prova molto convincente. L’occasione è stata utile anche per limare alcune imperfezioni nella pronuncia che affliggevano il primo lavoro. Ottimi anche i solos di Federico Paolini, che già nel disco originale testimoniavano il talento e il senso della misura del giovane chitarrista toscano. Missaggio e mastering sono affidati a Paolo Campitelli (Kaledon). Alla sezione ritmica, a differenza dell’originale il batterista Dario Gozzi prende il posto di Gabriele Basile, mentre al basso troviamo ancora Roberto Donati.
“Lies’ Device” apre con “The Lost Mariner”, cavallo di battaglia dei Kalidia già presente nel primo EP “Dance of the Four Winds”, riproposto in questa versione ri-registrata come singolo di lancio. Il lavoro vanta anche l’ottima titletrack “Lies’ Device” che nella versione originale nonostante i limiti ha portato oltre un milione di visualizzazioni al video ufficiale su Youtube ed importanti feedback positivi alla band, poi ampiamente superata dal singolo “Frozen Throne” del diretto successore, brano ispirato da Warcraft III.
Tra i brani più significativi dell’album anche “Black Magic” che apre con un riff di tastiera e doppia cassa dal sapore ottantiano, la lenta “Shadows will be Gone”, brano più aggraziato e di atmosfera che ricorda un po’ l’altro progetto con Nicoletta Rosellini al microfono, gli Walk in Darkness, e l’ottima “Harbringer of Serenity” con la graffiante voce maschile di Andrea Racco dei SoundStorm in un duetto dal forte sapore gothic.
Potremmo chiederci quanto fosse davvero necessaria una ri-registrazione di “Lies’ Device”. Considerato il notevole passo avanti nella qualità complessiva, la decisione dei Kalidia appare del tutto convincente. Il disco conserva infatti tutte le sue buone intuizioni nel songwriting e le gradevolissime linee melodiche, così come le piccole ingenuità dell’esordio, e le restituisce nella sua integrità senza snaturarne l’essenza, garantendo un piacevole ascolto traccia dopo traccia. Nella speranza che il prima possibile si possa tornare ad ascoltare musica dal vivo, non ci resta che attendere il terzo lavoro dei Kalidia, già in fase avanzata di scrittura.
Luca “Montsteen” Montini