Recensione: Life is War
“Life is War” è la prima fatica discografica di Silvio Spina, artista della provincia di Sassari che con il suo progetto My Silent Land cerca di raccontarci qualcosa di sé. “Life is War” è la metafora di una vita in cui bisogna sempre combattere e lottare, vivere ogni avversità come un momento di crescita, per poi ripartire e poter godere della pace che ne segue.
L’artista è prettamente un chitarrista, ma, come egli stesso dice nella sua biografia, ama “strimpellare” anche altri strumenti e giocare con i programmi di editing musicale. Questo approccio “ludico” dei termini non deve però far pensare ad un superficiale uso dei suoni.
La sensibilità del musicista trascende la tecnica, raggiungendo il cuore dell’ascoltatore con le sue poliedriche sfumature. Un’anima libera, che attinge dal progressive metal e rock più emozionale, vicino ai periodi di “Deliverance” degli Opeth. Gli istanti acustici sono vero e proprio momento di riflessione, disco che via via si avvicina al concetto di rock e a toni che ci riportano alla mente gli ultimi Pink Floyd.
Parliamo di quella solennità e trasparenza in grado di infondere una certa serenità, spezzata poi da immagini di una quotidiana guerra. Crediamo che, in contrasto con tale visione, i suoni riportino una calma che pensiamo sia infusa dalla consapevolezza della realtà. Tutto crediamo passi dall’accettazione di ciò, perlomeno questo è quello che l’artista, a livello di sentimenti, ci infonde con il proprio sound.
L’alternarsi di istanti acustici con quelli più progressive sono legati tra loro da una voce che riesce ad essere tiepida guida. Manca ancora un po’ di sicurezza, un sentore di acerbo soprattutto nell’appena citato comparto vocale. Ci complimentiamo allora con Silvio, artista che mostra sensibilità spiccata e a cui auguriamo tanta fortuna. Ciò che ci ha stupito più di tutto è stata la voglia di non fermarsi a determinati clichè, facendo musica in totale libertà, senza aver paura di melodie e ritornelli, non cadendo nel facile ammiccamento alla voglia di far cassa. Ricordiamo che in questo full-length sono stati coinvolti anche Bloody Hansen, creatore del progetto musicale The Providence, insieme a Dick Laurent dei Cadaveria.
Stefano “Thiess” Santamaria