Recensione: Life Of A 1000 Lies [EP]
Finlandia: terra dei mille laghi e delle migliaia di band dedite al lato melodico del metallo.
I Sinful Nation nascono nel 2010 grazie all’ex chitarrista dei Tears Of Magdalena, Tomi, e al tastierista Iho, inizialmente con il moniker di Jevgenia, dal nome della prima cantante Jevgenia Onishko. Il cambio nell’estate del 2011 con il frontman Kasper e l’inserimento del batterista Jannis K. (ex Vibratore Bizarro) porta la band a cambiare il proprio nome in quello attuale.
Dopo diversi mesi in sala prove l’ensemble decide di registrare il suo primo EP “Life Of A 1000 Lies”. Il primo passo lo fa il batterista Jannis K. nel gennaio 2012 presso i Devasoundz Studios di Atene, in co-produzione con Fotis Berardo dei Septic Flesh. Le successive registrazioni si svolgono in Finlandia ai D-Studios, sotto la direzione dell’ingegnere Jarno Hänninen, mentre la masterizzazione da parte di Peter In De Betou avviene presso i TailorMaid Studios, che hanno ospitato band quali Arch Enemy, At The Gates, Dark Tranquillity.
Le premesse lasciano buone aspettative, per la maggior parte rispettate dal quartetto, che sfoggia una buona tecnica, sia in fase compositiva che in fase esecutiva.
Le tastiere, come da tradizione, fanno da apripista a questo debut-album, esaltando le qualità vocali di Kasper, che dimostra padronanza e timbrica invidiabili nell’opener “Unyielded Untamed”, che mette subito in chiaro il lato melodico (death’n’heavy) della band, intriso di sprazzi prog. Anche la successiva “Eave” rispetta una differenza tra le sezioni, rendendo il discorso interessante, anche se non particolarmente sotto il profilo dell’originalità. L’intro mediorientale di “Silent God” cambia atmosfera e non casualmente, poiché il brano si sviluppa in maniera costante per portarci a contatto con il loro approccio costruttivo, sempre ben direzionato dalla voce di Kasper. Synth ed effetti la fanno da padrone nella parte centrale e il solo di chitarra di Tomi ci riporta a esplorare sentieri esotici fino alla fine del brano.
Tre special guest da Grecia e Corfù danno il loro contributo per questi diciotto minuti, che non dispiacciono.
Nonostante la band sia incanalata sul filone melodico, il meglio di sé lo dà nelle parti aggressive, con il ‘solito’ Kasper che riesce a modulare la sua voce, dando colori inaspettati al sound globale.
“Life Of A 1000 Lies”: buon mosaico d’idee, di potenza ed energia miste alla melodia tipica della Finlandia, e convincente esordio per i Sinful Nation, con la speranza che abbia un degno seguito in futuro!
Vittorio “vs” Sabelli
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