Recensione: Light and Shadow
I Freedom Slaves sono solo l’ultimo esempio di gruppo che decide di fare di testa propria, cioè svincolarsi dalla gabbia di tribute band e, già per questo, va considerato degno di stima. I Nostri provengono dal Friuli Venezia Giulia e il nucleo originario risale al 2005. Dopo aver riscosso un buon seguito in ambito live qua e là per il Triveneto, decidono di incidere il four tracks demo Light And Shadow, che spicca per quanto attiene la confezione grafica. Il booklet, infatti, è un pieghevole che si sviluppa su sei facciate, realizzato molto meglio di moltissime uscite ufficiali. Davvero notevole per un debutto.
Till the End of Time fa sin dal primo momento intravedere la passione dei Nostri per costruzioni articolate, dove la ritmica lascia spesso il posto alle soluzioni personali. La prova dietro al microfono di Andrea Ferrini convince ampiamente e va giustamente sottolineato, proprio perché da sempre le band italiane spesso peccano in questo senso. Inconscious Release rallenta la velocità rispetto al brano che l’ha preceduta, quantomeno nella bellissima e originale parte iniziale dove gli strumenti sono bilanciati in maniera egregia formando una miscela dal tocco celestiale. Stride davvero quando i Freedom Slaves rompono l’incantesimo per indirizzarsi verso lidi sonori più crudi, ma tant’è: il brano cambia ritmo assumendo sfaccettature diverse, sempre e comunque di nobile qualità. Mirror stupisce ancora per il songwriting maturo mentre Ocean Son lascia spazio alle divagazioni liquide mistico-melodiche del combo proveniente dal nordest.
La proposta dei friulani è un hard’n’heavy dalle connotazioni adulte, che lontanamente può richiamare qualcosa dei Queensryche. Il tutto arricchito dal tipico gusto italiano per la melodia latina, senza dimenticare quello che trae insegnamento dalla Nostra grande scuola Progressive anni Settanta, con magia annessa. Nella Loro musica convivono sia Pink Floyd che Savatage, senza fare a pugni, con risultati originali. Sarà interessante constatare, in futuro, la prova dei Freedom Slaves su full length. Per ora complimenti, tenendo conto anche della bassa età media dei componenti.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Line-up:
Andrea Ferrini – Voce
Edoardo “Edo” Bortolotti – Chitarra
David “Il Pere” Bressani – Chitarra
Stefano “Stiz” Galioto – Basso
Andrea “Cret” Cretese – Batteria
Tracklist:
1. Till the end of Time
2. Inconscious Release
3. Mirror
4. Ocean Son