Recensione: Light of the Unknown

Di Eugenio Giordano - 22 Novembre 2003 - 0:00
Light of the Unknown
Band: Ecliptica
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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76

Alcuni anni fa si era alzato un coro di voci unanimi intorno alla attività di una power band chiamata Ivory, il gruppo non è giunto alla pubblicazione ufficiale di un cd di esordio ma si è dimostrato molto attivo sotto il profilo compositivo sfornando una demo autorodotta che ha girato parecchio tra gli addetti ai lavori di queste parti. Peccato per un uso veramente scontato delle tastiere perchè in quella sede gli Ivory dimostrarono una notevole ispirazione e dedizione ai canoni del metal melodico dalle tinte solari. A livello underground non è facile raggiungere un livello tecnico paragonabile a quello delle band più blasonate della scena eppure gli Ivory contavano sulle prestazioni dell’ottimo chitarrista Salvatore Vecchio che negli anni ha ormai conquistato una indiscutibile fama nel capoluogo piemontese. Vecchio, insieme a membri dei Projecto, si è impegnato in un gruppo parallelo agli Ivory chiamato Attitude dove ha spostato la sua direzione artistica dal power metal al progressive inteso come ricerca sonora e tecnica, senza pregiudizi di sorta o preconcetti, senza rientrare esattamente in un genere preciso. Salvatore Vecchio è anche un affermato insegnante di chitarra elettrica, alcuni dei soui allievi, su tutti Fabrizio Abrate, sono a mio avviso tra i migliori talenti della futura scena metal italiana. Oggi non ho più notizie degli Ivory e ne deduco, se non lo scioglimento, un periodo di stasi innegabile, immagino che per questo motivo il nostro chitarrista si sia imbarcato in questa nuova avventura chiamata Ecliptica, reclutando i migliori musicisti prog metal di Torino. E’ della partita anche l’ex Highlord Vescè che prestò la sua ugola ai primi due platter della power metal band torinese guadagnandosi notevoli consensi in giro per l’Europa. Anche nel suo caso la fuoriuscita dagli Highlord ha coinciso con l’ingaggio in questa nuova formazione che oggi si presenta alla sua prima vera autoproduzione. Ancora privi di un deal ufficiale che possa assicurare loro il meritato esordio ufficiale sulla lunga distanza, gli Ecliptica firmano due brani dal forte sapore progressivo che segnano indelebilmente la direzione artistica del gruppo.

Sono lontani i tempi degli Ivory in cui le composizioni erano giocate su passaggi orecchiabili e melodici, in un certo senso è netto l’allontanamento stilistico dal power classico, a favore di un sound progressivo e vibrante che rimanda al prog metal dalle influenze neoclassiche. “Light of the unknown” si presenta come un pezzo dai forti connotati metal, mostra una sezione ritmica graffiante e precisa che sorregge un ottimo lavoro vocale efficace fin dal primo ascolto. La tecnica esecutiva di Salvatore Vecchio non ha nulla da invidiare a quella dei grandi guitar heroes e lo dimostra già dai primi frangenti del brano, i passaggi neoclassici comunque non snaturano la potenza del pezzo che si pianta subito nella testa dell’ascoltatore. La seconda “White light” mostra il lato più progressivo della band lasciando spazio a un riffing meno serrato, la composizione è fluida ma molto ambiziosa e lascia spazio ad influenze fusion, alcune percussioni per esempio, ma in generale gli Ecliptica riescono a separare con perizia il loro stile da quello imperante in Italia oggi.

Gli Ecliptica convincono immediatamente e spero che questo breve demo possa assicurare alla band una rapida firma su un contratto ufficiale, di sicuro il gruppo rappresenta una delle più promettenti formazioni progressive attive oggi qui a Torino. Riservo maggiori dettagli e informazioni in una intervista che spero possa dare la possibilità alla band di presentarsi a voi nel migliore dei modi. L’impegno, la professionalità, la fedeltà al metal mi hanno imposto di scrivere questa recensione, chi si appresta a criticarmi non crede in ciò in cui credo io, pur arrogandosene la difesa.

Tracklist:

1Light Of The Unknow

2 White Light

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