Recensione: Lightning In A Bottle
Quarto giro, quarto centro consecutivo. Con l’aggravante di aver ipotecato già a marzo un posticino tra le cose migliori dell’anno.
Find Me, per gli amanti di AOR un moniker che non richiede particolari storie o presentazioni. Il curriculum parla da se: una serie di dischi decisamente sopra le righe, pubblicati nel corso di quasi un decennio.
L’unione tra il polistrumentista Daniel Flores e l’ottima voce di Robbie LaBlanc ha sempre funzionato a meraviglia: rodatissima e ben lubrificata dalla collaborazione di altri bei nomi dell’ambiente melodico, continua a funzionare anche nel 2022 e porta in dote un album farcito di qualità e bella musica.
Michael Palace alla chitarra ed Alessandro Del Vecchio (lui, o uno dei suoi cloni: è praticamente ovunque) nella delicata fase di progettazione dei brani chiudono un cerchio di eccellenza che produce esiti “matematici”.
L’alchimia non può portare ad altro che a qualcosa di molto buono. È pressoché scontato.
Così è.
AOR ad ampio respiro, quasi balsamico per un’epoca nerissima e pessimista come quella attuale. Sognare ad occhi aperti aiuta, distrae e contribuisce a migliorare almeno un po’ l’umore.
Risultati che un amante del genere potrà veder concretizzati nel giro di un paio di veloci ascolti.
Ci vuole in effetti molto poco a familiarizzare con “Lightning in A Bottle“: due o tre giri nel lettore ed il gioco è fatto. Le melodie sono a presa immediata, le atmosfere trascinano letteralmente in un mondo parallelo molto più interessante di quello attuale. E la sensazione gratificante di leggerezza è un vero toccasana.
La voce di LaBlanc poi, assume questa volta toni prodigiosi. Mai troppo celebrato o messo in risalto, mostra per l’ennesima volta una prestanza esemplare. Potente, espressivo, passionale: una vera rarità.
È tuttavia l’intero impianto del disco a produrre successo. Gli arrangiamenti, le armonie cesellate da Del Vecchio assieme a Flores ed il tocco di Palace alla chitarra allineano un panorama melodic rock in stile ottantiano di livello assoluto. E senza cali di tono.
Con pezzi come “Survive”, “Distant Echoes” e “Give My Heart” si va al bersaglio pieno senza dubbi ed incertezze. Un contesto in cui anche la cover di “Far From Over“, colonna sonora del celeberrimo “Stayin’ Alive” calza a pennello. Ancor di più considerando che il brano viene proposto addirittura con l’accompagnamento di Vince Di Cola, songwriter “icona” degli anni ottanta che proprio nel 1977 l’aveva scritto assieme a Frank Stallone (il fratello del famosissimo Silvester).
Una trovata che testimonia la preziosità di “Lightning in a Bottle”. Come a dire che, per questo quarto capitolo, si è cercata nulla di meno che l’eccellenza. E si è messo in pista quello che, probabilmente, è il momento migliore della discografia griffata Find Me.
AOR, di quello realmente godibile, pieno ed incontaminato. Con suoni in evidenza e pure una gran bella copertina a corredo.
Un’esperienza appagante.