Recensione: Lights… Camera… Revolution
I Suicidal Tendencies hanno sempre avuto una forte influenza sulle band dedite alla martellante veemenza dell’hardcore, più che su quelle masticanti thrash; stili che al tempo (1990) avevano già raggiunto l’apice espressivo.
La band di Mike Muir è stata una grande maestra nel dosare i due generi, creando a un sacco di sfumature e lanciando, di fatto, un nuovo orientamento musicale chiamato dai soliti etichettatori «crossover». Certo, non esiste mai un solo precursore o arrangiatore principe, poiché ogni stile è frutto di molteplici maturazioni e ispirazioni; ma i Suicidal Tendencies, sopratutto quelli d’inizio carriera, hanno fornito un contributo non indifferente a questo modus componendi.
Infatti, se gli esordi erano marcati con forza da timbri hardcore, “Lights… Camera… Revolution” vede un netto avvicinamento al thrash, soprattutto per la continuità del riffing, poco «moshy» e più granitico e slanciato, oltre che divertente. Detto così il tutto sembrerebbe un riferimento al classico disco thrash-core d’inizio anni novanta; uno dei tanti pubblicati durante la seconda ondata dell’underground, mai espressosi a causa del collasso della scena. Ma così non è! Ancora una volta, come accadde agli esordi, i Suicidal Tendencies azzeccano qualcosa di personale – certo già sentito – ma espresso in modo distinguibile dalla massa, unico e riconoscibile.
Sia a livello di testi, sia di song-writing, la musica dell’ispirato combo americano prende una forma più matura e, grazie a una maggior gamma di arrangiamenti, la band passa dallo status di giovane realtà ribelle e (relativamente) innocua, a portavoce della rabbia che aleggiava nell’animo di un’intera generazione, forgiata dagli ideali e dalle sfuriate dei grandi mostri sacri di New York e San Francisco. Ed è proprio da San Francisco che escono delle nuove e rivoluzionarie idee per mano di una band chiamata Faith No More che, nel 1989, dà alla luce un full-length d’importanza fondamentale, cioè “The Real Thing”.
Non è certo che brani di “Lights… Camera… Revolution” come “Send Me Your Money” e “Lovely”, raffinato concentrato d’idee e sfumature funky, abbiano raccolto qualche frutto dai magici campi sperimentali dell’ensemble di Mike Patton, ma è certo che il tutto stava cambiando ed evolvendosi. Sia il metal (nel nostro caso leggasi post-thrash), sia l’hardcore il quale, per la sua dimensione così «stradaiola», si stava fondendo al rap invece che al funk.
Certo, i punti di riferimento sono presenti, sia a livello di linee vocali – molto più dinamiche e teatrali (un Miur così «filo-Pattoniano» non si era ancora sentito…) – , sia a livello di produzione. Che, per l’occasione, carica di pesante distorsione le chitarre e lascia libera espressione alla ricchezza di un basso sempre in evidenza. Non mancano inoltre le scorribande che fin quel momento avevano rappresentato il gruppo di Miur. Su tutte si considerino la divertente e veloce “Disco’s Out, Murder’s In” o la cadenzata ed epica “Give It Revolution”, a dimostrazione che il gruppo pesca in nuovi lidi, ma fa sempre ritorno alla cara casa madre, quella del thrash. Parte di questa innovazione e arricchimento del song-writing è dovuta anche al contributo da parte di Robert Trujillo, nuovo arrivato alle quattro corde e in seguito sostituto del deluso Jason Newsted nei Metallica. Il grosso bassista (al tempo un po’ più magro…) porta con sé un bagaglio tecnico di grande livello che, di fatto, mette a servizio del gruppo con ottimi risultati.
Con il senno di poi, “Lights… Camera… Revolution” è stato un più che discreto successo, ma la forma embrionale che lo rappresentava portava a considerarlo sperimentale e incompleto e, anche, è stato un platter di difficile assimilazione. Buon per noi che grazie alla rinascita del movimento, i «vecchi» tornano in pista con loro tutto il loro fardello discografico.
Nicola Furlan
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Track-list:
1. You Can’t Bring Me Down 5:48
2. Lost Again 5:15
3. Alone 4:23
4. Lovely 3:44
5. Give It Revolution 4:20
6. Get Whacked 4:22
7. Send Me Your Money 3:21
8. Emotion No. 13 3:42
9. Disco’s Out, Murder’s In 3:06
10. Go’n Breakdown 4:38
All tracks 43 min. ca.
Line-up:
Mike Muir – Voce
Mike Clark – Chitarra
Rock George – Chitarra
Robert Trujillo – Basso
R.J. Herrera – Batteria