Recensione: Like An Everflowing Stream

Di Marco Sanco - 31 Luglio 2009 - 0:00
Like An Everflowing Stream
Band: Dismember
Etichetta:
Genere:
Anno: 1991
Nazione:
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95

Chi è nato nel 1991 quest’anno raggiunge la tanto sospirata maggiore età. Quando nacquero questi ormai ragazzotti però, s’entrava nei duri anni ’90, non solo musicalmente parlando. L’uscita dagli eighties per molte band non fu cosa felice (ricorderei come esempio gli Europe, visto che siamo in “territorio” svedese con questa recensione). Dopo le sbornie berlinesi dell’89 e tanta aria di cambiamento, al mondo s’iniziava a comprendere che poco sarebbe effettivamente mutato. Per fortuna sugli scaffali dei music store qualcosa stava effettivamente cambiando e alcuni (pochi all’epoca) poterono trovare un minimo di conforto nel trovarsi dinnanzi agli occhi (e poi nelle orecchie) il nuovo “Like an everflowing Stream” dei maestri (già allora ritengo) Dismember.

La band veniva dalla pausa-Carnage (pagina mitica del Death e fin troppo travagliata – un line-up irripetibile!), ma col demo “Reborn in Blasphemy” iniziò ad esser messo in cantiere un disco che difficilmente potrà essere ripetuto persino dalla band stessa (se consideriamo i soli full-lenght, perché con gli Ep è un altro discorso). A giudicare dalla tracklist del DVD dei Dismember di prossima uscita (ben otto le tracce presenti di quegli anni), ad ascoltare Like An… sembra di avere a che fare con un vero e proprio Best-Of. Un suono cattivo, diretto e sporco per brani come “Soon to be dead”, “Bleed for me”, “And so is Life”, “Dismembered”, la maestosa “Skin her alive”, “Sickening Art”, “Deathevocation” e “Detective Decay”, che sono ispirazione pura, ma anche esempi enormi di arrangiamento, innovazione, incisione e, soprattutto, rude potenza. Poco l’uso di effetti “strani”, le canzoni sono tutte suonate con chitarra, basso e batteria e il sound risulta molto crudo e seminale, con linee vocali semplicemente urlate e graffianti, assoli precisi e ben calibrati e intro davvero d’atmosfera stile quiete prima della tempesta (in “Override of the Overture”, “Dismembered”, “In Death’s Sleep” e “Deathevocation”). Un buon modo ancora tutt’oggi, credo, per ritagliarsi una quarantina di bei minuti d’evasione dal mondo.

Col passare degli anni il disco (assieme a “Left Hand Path” degli Entombed e “Into the Grave” dei Grave) è diventato un faro per chi naviga nel mare del Death e di certo contribuì a gettarne le fondamenta, a creare quelli che sono i “comandamenti” basilari per chi vuole approcciarsi al genere. Un disco che era sicuramente già maturo, composto da una band sicura di sé e dei propri mezzi. Negli anni a venire non mancheranno di certo evoluzione e cambiamenti e nel modo di comporre e nel suono della band, ma questo lo lascio alla vostra curiosità. E’ certo che con l’ascolto di Like An… già potrete trovare tutto ciò che desiderate da un ottimo disco death metal.

Una nota. La traccia 11, “Torn Apart”, è una cover dei Carnage dall’unico full-lenght della band “Dark Recollections”.

Marco “Dragar” Sanco

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Tracklist (tracce 1-8 disco originario, tracce 9-12 bonus tracks aggiunte nelle re-issue del cd):

1. Override of the Overture
2. Soon to be dead
3. Bleed for me
4. And so is Life
5. Dismembered
6. Skin her alive
7. Sickening Art
8. In Death’s Sleep
9. Deathevocation
10. Defective Decay
11. Torn apart
12. Justifiable Homicide

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