Recensione: Likeim
12 anni.
Tanti sono gli anni trascorsi dall’ultimo disco in studio dei Carpathian Forest, ensemble di blacksters norvegesi che più estremo non si può. O meglio, non si poteva, perché la formazione odierna della bestia scandinava appare completamente rimaneggiata, se si fa esclusione ovviamente dell’onnipresente leader, vocalist e tuttofare Nattefrost. Il sound invece, pare non aver subito cambiamenti evidenti, anzi pare di riprendere un discorso interrotto esattamente dodici anni fa. Riff e vocalizzi punk sporcati con il Black Metal, interventi di tastiere che come da tradizione evidenziano l’epicità di alcuni passaggi disegnati dalle chitarre, un basso roboante, una batteria dallo stile efficace e minimale. Insomma, quel 2006 non pare poi così lontano, segno che il trademark dei Carpathian Forest era e rimane ben saldo nelle mani di Nattefrost, che oggi proprone sul mercato questo nuovo EP, “Likeim”, composto da soli due pezzi, di cui uno dei due è una cover: sicuramente un po’ troppo poco per una band che ritorna sulla cresta dell’onda dopo un periodo di silenzio per certi versi paragonabile a quello di un certo “Chinese Democracy”, ma ci sarebbe anche da dire che, date le circostanze di silenzio assoluto della formazione dal punto di vista del lavoro in studio, almeno è un segnale di ritorno alla vita.
Sulla title-track, che apre l’EP, ci sarebbe ben poco da dire: come già accennato poc’anzi, si tratta di un brano nel più classico stile dei Carpathian Forest, con richiami evidentissimi al punk e al Rock & Roll più grezzo e trascinante. Difficile giudicare come tale brano sarebbe suonato nel bel mezzo di un album, data la distanza così elevata dal rilascio dell’ultimo studio album, ma il suo vero valore lo scopriremo sicuramente quando, finalmente, uscirà il nuovo episodio discografico vero e proprio.
A seguire della title-track, ironica appare a scelta di un pezzo quale “All my Friends are Dead” dei shock-rockers scandinavi Turbonegro, se non altro perché il titolo è un richiamo evidentissimo all’attuale situazione di Nattefrost e della sua creatura, ora ritirata a lucido grazie all’iniezione di nuovi musicisti. Sulla riproposizione nulla da ridire, in quanto lo stile è esattamente quello del pezzo originale ma riadattato allo scream lacerante del buon Nattefrost, e nel contesto ben conosciuto dei Carpathian Forest di certo non stona.
Insomma…“Likeim” è tutto qui. Essenzialmente, non vi è nulla da aggiungere rispetto al poco che vi è stato detto e che di conseguenza contiene.
I Carpathian Forest sono tornati in vita, ed è già un buon segno: il pezzo finora presentato ci mostra una band rinata esattamente per come ci si aspettava, ma ci sarebbe anche da dire che sarà compito del prossimo platter in studio farci intendere il vero valore di questo ritorno sulle scene, dopo un silenzio discografico dalla lunghezza di certo non indifferente.
Quanto a Nattefrost…bentornato, caro bast…ehm sì, direi proprio che ci siamo capiti.