Recensione: Limb From Limb

Di Andrea Bacigalupo - 9 Luglio 2023 - 22:12
Limb From Limb
Band: unmaker
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Groove  Thrash 
Anno: 2023
Nazione:
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78

Si sa poco degli irlandesi Unmaker: si sono formati tra il 2019 ed il 2021 a Dublino, per cui si sono sfracellati per intero contro il muro creato dalla pandemia, sono partiti in quattro ma ora, a quanto pare, sono rimasti orfani del bassista Spencer, si sono irrobustiti le ossa suonando di supporto ai californiani Night Demon e partecipando alla competizione Metal to Masses 2023 ed è probabile che abbiano una vera passione per la Guinnes (ipotesi che tiene conto del fatto che non conosco metallari o irlandesi astemi).

Limb From Limb’ è il loro album di debutto, disponibile dal 12 maggio 2023.

Il loro è un denso e aspro Groove Metal, con potenti influssi Death, vampate Thrash Old School e con intercalati inserti che generano varie atmosfere.

Le influenze di Slayer (la cui presenza, prima o poi, sentiremo anche in una prossima edizione dello Zecchino d’Oro … State attente Mamme!) e Sepultura si sentono parecchio, ma sulle corde di questi ragazzi passeggiano anche Kreator, Sodom, Pantera e Lamb of God.

Insomma, un bel casino … giusto per confondere le idee. Però, le varie contaminazioni sono ben bilanciate all’interno del tessuto aggressivo Post Thrash ed alla fine tutto risulta ‘fluido’ e ben amalgamato. Ben inteso, ‘fluido’ tra virgolette, perché l’album è intriso di un’insana forza ruvida che alterna picchi frenetici ad altri angoscianti e snervanti, il cui continuo su e giù è smorzato da parti rilassate in controtendenza.

Suonato molto bene, con un taglio di chitarra che addensa l’atmosfera rendendola rovente ed abrasiva, una batteria rocambolesca parecchio incisiva ed una voce imperiosamente collerica, ‘Limb From Limb’ è composto da otto tracce per una durata complessiva di neanche 40 minuti.

Si va da una ‘To War!’ che azzanna alla gola con i suoi ritmi tipici della vecchia scuola, marcatamente Slayer Style, ad una ‘Drop Dead’, che fa drizzare le orecchie, posta su un altro binario, cadenzata ma malvagiamente inquietante. Dopo la pestata e ossessivamente ridondante Title-Track si passa, poi, ad una ‘Control’, dall’andatura molto complessa e con accenni Metalcore, progressivi ed epici, per girare nuovamente la boa con la strumentale ‘Point Break’, atmosferica e riflessiva, un altro pezzo che non ti aspetti anche se, devo dire, un po’ troppo lunga. L’album riprende con un’ipertecnica ‘Rise’ e, dopo essere passato per una massacrante ‘False Disciple’, chiude con una esplosiva ‘Breathe’, modello fuochi d’artificio di fine agosto.

Insomma, ‘Limb From Limb’ è un album che macina come uno schiacciasassi e non fa prigionieri.

Come molti, gli Unmaker non fanno nulla di nuovo, più che altro rimescolano, però quello che mettono assieme è potente e coinvolgente e riesce a tenere bene sul ‘chi va là’. Tenendo conto che siamo in un momento storico più che altro conservativo, la personalità dimostrata con questo debutto da una band relativamente giovane fa ben sperare per il futuro.

La copertina di ‘Limb From Limb’, dai tratti epici e fuori dall’ordinario, è stata disegnata da Very Metal Art mentre l’album è stato registrato, mixato e masterizzato presso i Recording Studio.

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