Recensione: Lines

Di Francesco Sgrò - 28 Febbraio 2013 - 0:00
Lines
Band: Twintera
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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82

Una grande lezione di stile.
Basterebbe anche solo questa frase per descrivere “Lines“, primo coraggioso album degli italiani Twintera, gruppo formatosi a Verona nel 2005 e giunto, quattro anni più tardi, alla pubblicazione del primo EP intitolato “Demotion“.
Trascorsi altri tre anni, spesi a maturare esperienza e ad affinare lo stile, eccoci arrivati nel 2012, anno in cui i veronesi approdano finalmente al tanto atteso full length d’esordio.
I Twintera presentano un interessante Progressive Metal, molto melodico e (non troppo) tecnico, che non si discosta mai dalla forma della canzone “classica”. Un particolare caratteristico, che risulta essere vincente tanto da permettere al quintetto tricolore di allestire un album che possa facilmente essere apprezzato da un pubblico molto vasto.
Non solo quindi appartenente al panorama del Progressive, ma anche ai neofiti, così come ai semplici amanti della musica di buona qualità.

L’album inizia con una breve e misteriosa intro atmosferica, dai toni fantascientifici, intitolata semplicemente “71389“.
È solo un abbaglio: pochi secondi più tardi, infatti, ecco concretizzarsi la potente “By Hand Of Justice“, traccia nella quale il gruppo bilancia immediatamente perizia tecnica con una buona dose di melodia, ben esplicata nell’ottimo refrain. Un aspetto come già sottolineato, di massimo fascino, capace di offrire sin dalle prime battute una familiarità utile nell’entrare in sintonia con lo spirito del disco.
Ed è così che anche con la successiva e gelida “Where We Land“, la ricetta del non cambia, incastonando un altro momento riuscito in cui si fa notare l’ottimo Guitar Solo, eseguito dai bravi Simone Zanoni e Al Pia.

La seguente “On The Edge Of…“, aperta da un pulsante giro di basso, si manifesta invece con un tono più sornione: impressione deviata poi dal prosieguo, immortalato nell’evolversi di un brano i cui crudi riff chitarristici possono a tratti ricordare quelli presenti nella celeberrima “Cemetery Gates“ ( Pantera,1990 ).
I toni si addolciscono solo con la splendida “Oversight“, sublime ballad di grande classe, che rappresenta forse l’apice di questo primo album, per poi riacquisire tonalità intense con la superba “Cool 18“, episodio con il quale “Lines” sembra tingersi di perfette venature Rock / Blues di grande effetto, utili indubbiamente nel fornire al disco un profilo oltre che raffinato anche estremamente dinamico.

“Run!“ prosegue egregiamente il percorso intrapreso dalla band nostrana che, a sorpresa, rielabora anche una personalissima e molto valida cover di “Burning Heart“ (storico successo dei Survivor noto soprattutto per esser stato incluso nel celebre film “Rocky IV“ del 1985 ).
Al termine di questo inaspettato tuffo negli anni ’80, riprende la carrellata di inediti con la non eccezionale “Waves“ (un filler, si concede a tutti)  alla quale segue la più convincente ed energica “Killing Your Feelings“ che precede la conclusiva e articolata “Bounch Of Motherfuckers“, con cui il gruppo si congeda dal pubblico dopo oltre cinquanta minuti di ottima musica.

Esordio consigliatissimo insomma, a tutti gli amanti del progressive metal raffinato e di classe.

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Tracklist:

01.    71389
02.    By Hand Of Justice
03.    Where We Land
04.    On The Edge Of…
05.    Oversight
06.    Cool 18
07.    Run!
08.    Burning Heart
09.    Waves
10.    Killing Your Feelings
11.    Bunch Of Motherfuckers

Line Up:

Fabio Merzi – Voce
Al Pia – Chitarre
Simone Zanoni – Chitarre
Stefano Fava – Basso
Massimo Beliamoli – Batteria
 

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