Recensione: Lisbon
Sono rimasto basito, incredulo e senza parole quando un mio amico mi ha regalato questo singolo. Una chicca per collezionisti e per i veri fans dei carioca. Un singolo che adesso, a distanza di 6 anni, è sicuramente introvabile. L’unico modo per ringraziare di cuore questa persona è, a mio parere, scrivere facendogli capire quanto abbia apprezzato questo gioiello che custodirò, (lo prometto), come una reliquia.
Lisbon è il singolo che ha preceduto l’uscita dell’ultimo lavoro dei primi Angra (Fireworks), quando la chitarra di Kiko e l’ugola di Matos erano ancora un tutt’uno. I 17 minuti scarsi sono toccanti ed unici. La title track è carica di una tristezza continua. Un’inesorabilità senza fondo che si esprime nel cantato lento e fragile di Andrè. Un pianto che si anima e che prova, invano, a combattere il grigiore perpetuo nella parte centrale prima di arrendersi, e lasciarsi, alle orchestrazioni e alle parole senza via d’uscita: “Oh, Skies Are falling Down / Skies Are falling Down”. Si prosegue con la versione acustica, (introvabile altrove), di Make Believe tratta dal geniale Holy Land. Una canzone che esprime una dolcezza indescrivibile, una carezza continua che, in questa versione più folk e scarna, sembra essere addirittura migliore dell’originale. Il singolo si conclude con Angels Cry. La produzione approssimativa ed i suoni poco puliti ci fanno immediatamente capire che ci troviamo alla versione tratta dall’ormai mitico demo Reaching Horizon del lontano 1992 e, infatti, così è. Il trionfo del connubio tra metal e musica classica con le orchestrazioni pronte a fondersi con i solos della coppia di chitarre gemelle e con gli acuti di Andrè. Accelerazioni improvvise, bruschi rallentamenti, pause che si destano dal sonno con l’innesto di un riffing arcigno contrapposto ad un flauto e poi melodia, melodia e ancora melodia nel refrain superbo. No! Non c’è produzione approssimativa e scadente che possa scalfire seriamente tutto questo.
Un singolo, tre sole canzoni. Ciò nonostante non ho dubbi nell’affermare che Lisbon vale molto di più di tanti dischi che posseggo nella mia collezione.
1. Lisbon
2. Make Believe
3. Angels Cry