Recensione: Litany
E’ impossibile per chiunque ascolti death metal non essersi mai imbattuto in
una formazione che rappresenta da anni una vera e propria istituzione della
scena, quasi impossibile non aver assistito ad uno degli innumerevoli concerti
che i polacchi tengono praticamente in tutto il mondo, forti di una produzione
discografica, tra full-length ed ep, che rimette in discussione ciclicamente il
loro stile ormai consolidato e immediatamente distinguibile dalla massa. I
Vader sono una macchina da guerra perfettamente oliata che imperterrita ha
sempre seguito la propria strada con una forza di volontà invidiabile, assumendo
anni fa il ruolo di gruppo “traino” per un movimento, quello del death polacco,
che senza i Vader oggi sicuramente non avrebbe questa importanza.
Cosa si può dire dei Vader? Una di quelle poche band in cui le parole
sembrano superflue, in cui la potenza della musica è in grado di trasmettere
immediatamente all’ascoltatore i sentimenti che spingono questi musicisti a
produrre sempre lavori di spessore, capaci di risollevarsi da un periodo
leggermente sotto tono, coincidente con Revelations (del 2002) e
The Beast
(del 2004), attraverso un sorprendente ep come
The Art Of
War, e creando i presupposti per un ritorno in grande stile con
l’attesissimo prossimo disco Impressions In Blood. Secondo chi scrive,
Litany rappresenta fino ad ora la massima espressione di quello che i
Vader riescono a scaturire con il loro death metal militaresco e
travolgente, fatto di chitarre lineari, quadrate, dal riffing semplice ma
estremamente compatto, in cui si delinea una spiccata componente thrash (o
meglio slayeriana) e in cui gioca un ruolo fondamentale lo stile inconfondibile
dietro le pelli di Krzysztof ‘Doc’ Raczkowski, vero motore della band,
prematuramente scomparso nel 2005.
Litany è posto quindi all’apice di tutta la produzione dei
polacchi, la punta di un iceberg che non annovera capolavori assoluti, ma dischi
tutti estremamente coinvolgenti e genuini, in cui la band parla chiaro ai propri
ascoltatori, scaricandogli addosso vagonate di violenza senza ricorrere a
espedienti troppo arditi o a soluzioni particolarmente innovative. I Vader
procedono a testa bassa e picchiano duro su tutto quello che gli para dinnanzi e
Litany ne è l’esemplificazione, la summa di tutto quello che i
Vader rappresentano. Le qualità dei singoli musicisti, su cui spiccano oltre
a Doc le due asce Piotr ‘Peter’ Wiwczarek (grande anche dietro al
microfono) e Maurycy ‘Mauser’ Stefanowicz, e la grande coesione fra essi
bastano e avanzano per dar vita a tracce dirompenti nella propria brevità, come
il terzetto composto da North, Forwards To Die!!! e A World Of
Hurt. Tre canzoni per meno di sei minuti complessivi in cui i nostri non si
fanno mancare niente, riuscendo a confezionare brani a cui è stato tolto tutto
il superfluo, esaltando al massimo lo spirito barbarico della propria musica.
Non solo violenza gratuita, ma anche un songwriting equilibrato ed intelligente
incoronano tracce come Wings e Xeper, tra sfuriate condotte alla
velocità della luce e granitici mid-tempo. Litany è il classico
disco di breve durata che deve la sua forza all’insieme dei brani,
all’incessante martellamento a cui si è sottoposti durante l’ascolto dell’intero
lavoro, solo così si possono apprezzare pezzi dirompenti come la title-track
Litany, Cold Demons (spettacolari i rumori del cingolato in
sottofondo) e la splendida The Final Massacre, in cui gli afflati
slayeriani si sprecano, così torrenziale da mettere in riga parecchie giovani
band ancora per parecchi anni.
Se non lo avete ancora capito, la musica dei Vader va solamente
ascoltata e goduta per quello che vuole trasmettere. Non è il tipo di death
metal che permette troppe riflessioni e digressioni su soluzioni tecniche,
melodiche o compositive. Se cercate raffinatezze di questo tipo i Vader
vi risponderanno con una bel calcio dove non batte il sole. Semplicemente
obbligatorio per tutti gli appassionati e non solo.
Stefano Risso
Tracklist: