Recensione: Live
I Running Wild sono una formazione storica che con il tempo, album dopo album è riuscita ad emergere dal background amburghese fino a diventare un solido quanto insostituibile punto di riferimento per il Power Metal Europeo. Dopo il buon Brotherhood ecco giungere questo Live che ripercorre la discografia dei “corsari” tedeschi, paladini del Metal più puro e diretto. Ad aprire le danze ci pensa “March for the final battle”, imperiosa track strumentale dal sound quasi medievale imprescindibile dall’opener vera e propria Welcome to hell. Una canzone potente dal ritmo cadenzato che mette subito in mostra riff (mai troppo pesanti) capaci di ammaliare il pubblico e di sostenere il cantato di Rolf che sembra non sentire il peso degli anni. Back to bone è una traccia dove emerge il lavoro sporco e rude delle chitarre nel riffing onnipresente; emozionante il chorus molto arioso, cantato con passione da tutto il pubblico. Si prosegue con un altro brano storico, Lead or gold. Batteria e basso di Liebertruth e Pichl dettano un tempo penetrante, incalzante, irresistibile che viene giustamente ripreso dalla coppia di guitars e dal cantato ritmato. Merita una nota l’assolo finale, allegro e spensierato, quasi da Oktoberfest. Con Riding the storm i ritmi aumentano decisamente e danno origine ad una cavalcata assolutamente travolgente caratterizzata da strofe veloci che mi sono rimaste ben impresse nella mente per la grande immediatezza delle melodie, pulite e curate. When times runs out è una song di un’altra era. Più che al power metal si avvicina all’ Hard Rock degli anni ’80: assoli brevi e taglienti introducono come meglio non si potrebbe il cantato strappato di Rolf. In The brotherhood è riuscita l’alternanza tra melodie pesanti (in cui la band mostra tutta la sua potenza devastante con un lavoro di riffing rude e sporco) e altre più leggere e delicate, in particolar modo negli assoli veloci, incantevoli per immediatezza. In Souless le melodie lasciano il posto a un sound pesante e selvaggio che lascia il segno come l’originale e lungo guitar solo, sostenuto da un ritmo mutevole. Blazon stone ha il compito di chiudere il primo cd e che non raggiunge i livelli delle tracce precedenti. Crossfire e Kiss of death sono due canzoni simili in quanto entrambe ruotano intorno ad un semplice ma essenziale rude riff, su cui si regge pedissequamente la rude ugola di Rock’n’Rolf. E’ tempo per Matthias Liebertruth di sfoggiare le sue capacità tecniche dando vita ad un divertente assolo di batteria (3 minuti) in grado di regalare ritmi particolari e decisamente veloci che il pubblico apprezza. Uaschitschun è una sferzata di energia. Il riffing continuo, sembra ora essere uno sciame in volo, ora una lenta ma inesorabile marcia che continua a rincorrere le strofe. Unation è un brano che in sede Live diventa più godibile rispetto alla versione studio grazie agli assoli semplici e puliti che riescono a conquistare subito l’attenzione. In Victory spicca un tempo incalzante, travolgente e senza pause che non perde mai vigore, impreziosito da brevi assoli orientalaggianti. Prisoners of our time incanta per il ritmo altalenante, a volte simile a quello giullaresco dei Dire Straits. Crudo, ma efficace il perpetuo lavoro delle chitarre gemelle che dà vigore fino alla fine al brano in questione. Batteria, poi il basso e infine le chitarre introduco Purgatory: lunga cavalcata metallica ipnotica e dall’imponente muro elettrico, che ancora una volta mostra una canzone dalla struttura quasi essenziale che tuttavia colpisce per la sua bellezza nuda e semplice: Heavy Metal puro. Troppo simile ad essa è l’anonima Soulstrippers, mentre chiude lo spettacolo la celeberrima Under Jolly Roger, cavallo di battaglia della band che fomenta a dovere il pubblico con il suo tempo incalzante, il cantato serrato di Rolf. Fantastico il lento e arioso coro da stadio: “Under Jolly Roger…” in contrapposizione totale con la velocità generale del pezzo. La band teutonica appare in forma smagliante, e ripercorre senza problemi la sua lunga discografia, dimostrando di avere ancora tanta voglia di stupire. Consigliato a tutti!
Tracklist:
CD 1:
1. March For The Final Battle
2. Welcome To Hell
3. Bad To The Bone
4. Lead Or Gold
5. Riding The Storm
6. When Time Runs Out
7. The Brotherhood
8. Soulless
9. Blazon Stone
CD 2:
1. Crossfire
2. Metalmachine Solo
3. Kiss Of Death
4. Uaschitschun
5. Unation
6. Victory
7. Prisoner Of Our Time
8. Purgatory
9. Soulstrippers
10. Under Jolly Roger