Recensione: Live
C’era una volta, tanto tempo fa, una voce grezza, tagliente e tremendamente accattivante. Quest’ugola così prepotentemente heavy metal apparteneva a un signore chiamato Paul DiAnno, singer la cui voce calcò le cavalcate del basso di Steve Harris e i riff della coppia Murray-Stratton prima (in Iron Maiden) e quelli della premiata ditta Murray-Smith poi (in Killers). Due album storici e fondamentali per l’heavy metal, da molti ritenuti proprio l’apice della carriera della Vergine di Ferro. Il successo però fu troppo pesante per le spalle di Paul che cedette a comportamenti da star, all’alcol e che proprio durante il primo tour mondiale della band si fece protagonista di esibizioni e prestazioni tutt’altro che positive. Al termine del tour di Killers, Paul DiAnno fu allontanato…
Nel 2000, anno d’uscita di questo disco, DiAnno è irriconoscibile. Notevolmente in sovrappeso, pelato e completamente tatuato su testa, braccia, collo… Con un (presunto) nodulo in gola e un paio di dischi solisti piuttosto deludenti alle spalle, DiAnno ritenta la fortuna raccogliendo una carrellata di classici degli Iron Maiden in versione live registrate durante le sue date in giro per i locali “minori” d’Europa.
Ad aprire il disco troviamo quel capolavoro che porta il nome di Wrathchild. Tre minuti di carica e di adrenalina che conducono ad un altro gioiello estratto dallo stesso album: si tratta della title-track Killers, monumento della Nwobhm in cui però, più che nella traccia precedente, i limiti canori di DiAnno cominciano a sentirsi. Dopo qualche secondo di silenzio, cosa piuttosto strana per un live giunto soltanto alla terza traccia, è tempo ancora di un capolavoro dei tempi che furono, ovvero quella spettacolare opener di Iron Maiden che porta il nome di Prowler. Nonostante un suono al limite della “qualità bootleg” le atmosfere di Murders In The Rue Morgue risultano buone e piacevoli, con DiAnno che pare mostrarsi a volte ancora all’altezza di essere un valore aggiunto per questi pezzi. Il viaggio continua con Women in Uniform (chicca tratta dall’omonimo 7″ dei Maiden del 1980), Remeber Tomorrow, una buona Sancuary, Running Free, la splendida Phantom Of The Opera e l’epilogo Iron Maiden assai poco brillante.
Lo smalto non è più quello di un tempo, non ci sono dubbi. La voce va e viene finendo spesso in linee vocali notevolmente facilitate rispetto alle versioni da studio, ma era ovviamente assurdo aspettarsi, dopo tanti anni e tante vicende, di ritrovare un DiAnno lontanamente somigliante a quello di venti anni prima. Nonostante questo però, in alcuni passaggi di questo live, il singer inglese sa ancora regalare emozioni forti, facilitato da composizioni di un livello altissimo che però non sono riprodotte in maniera sempre impeccabile (anzi…) dai vari strumentisti. La produzione non è delle migliori, con qualità e valori che non si mantengono costanti durante la durata del disco.
Insomma questo è un live modesto, che farà comunque la gioia di tutti i fan dei Maiden degli albori, quelli che continuano a preferire l’irruenza di DiAnno alla compostezza di Bruce Dickinson. Un album che piacerà anche ai nostalgici che desiderano assaporare versioni dal vivo di pezzi che non sono presenti sui live ufficiali degli Iron Maiden e che, ahimè, ormai non trovano più posto nelle setlist di oggi.
Tracklist:
01. Wrathchild
02. Killers
03. Prowler
04. Murders in the Rue Morgue
05. Women in Uniform
06. Remeber Tomorrow
07. Sanctuary
08. Running Free
09. Phantom of the Opera
10. Iron Maiden
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini