Recensione: Live At Monster Of Rock

Di Francesco Prussi - 9 Novembre 2003 - 0:00
Live At Monster Of Rock
Band: Gary Moore
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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80

Esce il nuovo disco live del guitar-hero Irlandese, che continua il discorso iniziato con Scars e che dal vivo trova la sua giusta celebrazione. Il disco, registrato a Glasgow il 22 maggio del 2003 e prodotto da Chris Tsangarides e dallo stesso Gary Moore, ha il pregio di riconciliarci con il rock più puro con un sound che suona live al 100%, senza sovra incisioni e contaminazioni varie. Chiaro è l’intento del nostro di portare un suono che viene dal passato ai giorni nostri, con una formazione a tre com’era nello stile dei grandi gruppi come Cream ed Experience, che tanta importanza hanno avuto nello sviluppo della musica rock in generale. Devo dire di non avere apprezzato a fondo il nuovo corso del funambolico chitarrista Irlandese, ma questo disco è una bella testimonianza di cosa voglia dire suonare rock. Unica nota dolente è rappresentata dalla set list un po’ troppo breve, un doppio sarebbe stato l’ideale. Comunque va bene così, in quanto live-album genuini come questo ne escono veramente pochi.

Dieci pezzi per un’ora di torrido rock, dove l’ex Thin Lizzy ci offre uno spaccato dell’ultimo album in studio, con tre brani quali: l’Hendrixiana Rectify, che dal vivo mi convince più della versione in studio; segue Stand Up aperta da un guitar-intro e sostenuta dal basso di Cass Lewis che pompa come un’arteria impazzita, mentre il buon Gary cesella il brano con guitar-riffing taglienti come un rasoio; mentre il terzo pezzo estratto da Scars sono i nove minuti dell’ipnotico e sognante blues Just Can’t let You Go. In apertura è posta Shapes of Things da Victim Of The Future del 1983, seguita da Wishing Well brano che porta la firma di Kossof-Rodgers ed in origine su Corridors Of Power, disco pubblicato nel 1983. Da Still Got the Blues spunta Walking By Myself, in una versione più grezza dell’originale ma non per questo meno efficace. Gary non può tralasciare il suo passato nei Lizzy, estraendo Dont’ Believe A Word che rivive nel nuovo arrangiamento del trio in una versione del tutto particolare. Quasi in chiusura Gary Moore ci offre un piccolo gioiello sonoro ripreso da un suo album solista del 1985, ovverosia Out In The Fields resa in una versione molto trascinante in cui il chitarrista front-man, coinvolge il pubblico in un botta e risposta. L’album in questione dal titolo Run For Cover, faceva registrare le ultime incisioni di Phil Lynott che da lì a poco scomparve lasciando un vuoto nel panorama rock. Due erano i brani che suonarono insieme uno era appunto Out In The Fields in cui il bass-player dei Lizzy divideva le vocals con Mr. Moore, mentre il secondo era Military Man cantata interamente da Phil Lynott. Ricordo che i due apparvero anche a Top Of The Pops, trasmesso dalla Rai (altri tempi). Da segnalare che sull’album suonava e cantava, in quattro brani, anche The Voice Of Rock Glenn Hughes. Chiude lo show la bellissima Parisienne Walkways, dove il funambolico guitar-player Irlandese,in nove minuti di delizia sonora, ci offre un momento di notevole ispirazione. Terminando non si può che confermare la stima al musicista Irlandese, che torna alle radici del rock per trovare nuovi stimoli creativi con un album live crudo ed essenziale, dove anche le imperfezioni sono state lasciate al loro posto per rendere il tutto più maledettamente rock.

Attendiamo il DVD che sarà presto nei negozi.

Welcome Back Mr. Moore.

1.Shapes Of Things

2.Wishing Well

3.Rectify

4.Guitar Intro

5.Stand Up

6.Just Can’T Let You Go

7.Walking By My Self

8.Don’T Believe A Word

9.Out In The Fields

10.Parisienne Walkways

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