Recensione: Live From The Artists Den
Stoccolma, 19 maggio 2017, mattino.
Prima della riunione di lavoro (su questioni che nulla hanno a che fare con la musica), il collega di un altro paese europeo mi chiede: “Francesco, non capisco l’italiano ma, se ho ben capito, ieri, in occasione della morte del povero Chris Cornell, hai messo un post su Facebook con un articolo del 1989, a tua firma, che parlava di un concerto in Italia, a Taranto, dei Soundgarden. Quindi scrivi di musica…sai, anche io sono appassionato di rock e metal, e anche alcuni altri colleghi che sono qui….”
Eh sì, che si sappia: il 7 giugno 1989 i Soundgarden avevano messo per la prima volta piede nel vecchio continente, suonando il loro primo concerto europeo, dopo essere sbarcati da un malandato furgone con targa olandese, in Puglia, nella città dei due mari, e nell’improbabile location di un cinema di periferia. Il vostro recensore ne trasse, all’epoca, fedele cronaca per il quotidiano locale. In quell’occasione i Soundgarden “si esibirono in modo autentico e divertito, rovesciando una cascata violenta di note esplosive sul pubblico, agitando i lunghi capelli al ritmo di una sezione ritmica tra le più implacabili mai sentite” (come rievocato pure in “Quando Taranto Era la Firenze del Sud”, di Franco Battafarano).
Quel concerto è rimasto un ricordo indelebile per il sottoscritto, che ha mantenuto alta, da allora, la propria devozione e la propria partecipazione alla carriera della band di Seattle, tra le antesignane del grunge e dell’alternative metal.
Anche per questo ricordo di gioventù, il vostro recensore si trova d’accordo con Polvere, il protagonista del libro del nostro Fed Venditti “19 – Un Tram chiamato nostalgia”, quando afferma che, più che i Nirvana, che si sentivano ormai dappertutto, sentiva più “suoi” i Soundgarden, che “mi sembrano ancora un patrimonio per pochi eletti” (si fa per dire, visto il successo di massa che comunque hanno poi raggiunto).
A distanza di due anni dalla morte di Chris, arriva adesso (distribuito nei più vari formati audio e video per croce e delizia di fans e collezionisti), un album dal vivo dei Soundgarden, dal titolo “Live From The Artists Den”.
Il disco fotografa lo stato della band in versione live del 2013, durante il tour di supporto a “King Animal”, l’album con il quale la band di Seattle era tornata l’anno prima in pista dopo una fase di scioglimento, con buoni ma non unanimi consensi.
Dal vivo, in quegli anni del grande ritorno, i Soundgarden si sono mantenuti, con appena un po’ più di “mestiere” e molta più professionalità rispetto a quel periodo precoce di carriera in cui si esibirono a Taranto, un fulmine di guerra, e l’album live ne è fedele ed inequivocabile testimonianza.
Ovviamente qui “King Animal” la fa da padrone, e i brani sono vieppiù valorizzati nella versione dal vivo e non sfigurano con i classici del repertorio della band.
Ne sono esempi lampanti Been Away Too Long dai riff e dal dinamismo arrembante, Taree , melodica sognante e quasi omaggiante (nel sound) proprio certi Nirvana, una Rowing dalle radici blues nonchè l’incalzante Non-State Actor dai riff circolari e veloci.
Sono saccheggiati a piene mani, naturalmente, anche i due album che hanno fatto diventare delle superstar del rock alternativo i musicisti di Seattle, Parliamo di “Superunknown” e “Badmotorfinger”, dai quali il disco propone i super classici scolpiti nella storia del rock come Jesus Christ Pose, vorticosa ed oscura, Spoonman, entusiasmate e dinamica, Rusty Cage, veloce ed oscura, Outshined, altro grunge cupo e trascinante, e, ovviamente, Black Hole Sun, la canzone che ha fatto ascendere Cornell e soci all’eterna fama.
E’ un tantino meno rappresentato, da queste parti, il più controverso “ Down the Upside” (citiamo qui Ty Cobb travolgente sorta di rockabilly in salsa grunge).
Per il ricordo che abbiamo rievocato in aperura di questa recensione, a noi fa piacere che i Soundgarden abbiano pescato ancora più indietro nel tempo, proponendo Incessant Mace e Flower dal meraviglioso “UltramegaOK”, con il loro sound tra psichedelia e Black Sabbath /Led Zeppelin, e, addirittura, la circolare e vertiginosa Hunted Down da “Screaming Life EP”.
“Live From The Artists Den”, insomma, è un perfetto epitaffio per la carriera della band. E’, infatti, un disco trascinante e completo, che testimonia in maniera definitiva quale macchina implacabile sia stata dal vivo, certo meno devastanti e grezzi di quel concerto di fine anni ottanta ma possenti e indomiti pur nella maggiore maturità.
Stoccolma, 19 maggio 2017, sera.
In un pub, un italiano, un austriaco, un croato ed uno slovacco, i quali hanno scoperto di avere in comune, oltre che lo stesso lavoro in paesi diversi, anche la medesima passione per il rock, cenano, parlano di musica, e brindano alla memoria di Chris Cornell.
E’ proprio vero quel che affermano persone più importanti del vostro recensore: la musica unisce i popoli!
Francesco Maraglino