Recensione: Live In Canada 2005 – The Dark Secret
Possibile che ogni volta che compro un disco dal vivo debba sempre pormi la domanda: “suoneranno davvero così nella realtà”? La possibilità di poter migliorare, correggere a tavolino, quanto suonato sul palco rende odiosamente d’attualità questo legittimo quesito. Avendo come unico punto di riferimento la penosa prestazione dei triestini nel 2000 a fianco di Stratovarius e Sonata Arctica faccio fatica a riconoscere i Rhapsody nella perfezione esecutiva di questo Live In Canada 2005. Detto questo i mezzi a disposizione, l’esperienza accumulata negli ultimi, intensi anni, mi fanno pensare che il suddetto prodotto sia stato certamente ritoccato, ma non stravolto, come molte, moltissime band, fanno. In fin dei conti io sono machiavellico e per me il fine (sound potente e abbastanza chiaro mantenendo la presenza del pubblico) giustifica i mezzi (restauro parziale senza esagerare).
Foglia d’acero in primissimo piano su sfondo nero e Live In Canada 2005 con il suo digipack elegante e maestoso fa il suo effetto ancora prima di girare nello stereo. Criticati spesso oltre il dovuto in patria Turilli/Staropoli hanno conquistato il mercato estero e la testimonianza di Montreal vede i triestini fare da gruppo spalla ai Manowar che non hanno mai nascosto di essere affascinati dalla musica degli italici. Produzione affidata al maestro Sascha Paet che non delude le più rosee aspettative ottimizzando il sound senza far scomparire il pubblico. Con l’uso massiccio di orchestrazioni campionate (che non soverchiano voce, sezione ritmica e chitarre) i Rhapsody danno vita ad un grande Live album. Le canzoni non state allungate e la sensazione in alcuni frangenti è quella di essere al cospetto di uno studio album con l’aggiunta della bella cornice dei fans. Tecnicamente c’è poco da dire; molto puliti e bravi nell’esecuzione, specie Holzwarth che si cimenta anche in un drum solo.
Una menzione particolare la merita Fabio Lione il quale oltre ad incitare bene la platea sfodera una prestazione magistrale in ogni pezzo.
Le oscure orchestrazioni campionate della cinematografica The Dark Secret fanno salire l’attesa del pubblico prima dell’introduzione sul palco dei Mighty Warrior con un parlato. Unholy Warcry si dimostra essere una grande canzone per la sede Live con accelerazioni fulminee (effetto elicottero sugli scudi); Lione è in forma fin da subito e senza timori si esibisce in un cantato sporco nelle strofe, alternato ad ottime estensioni vocali. Un breve saluto al pubblico in francese e si riparte con Wisdom Of The Kings. I tempi galoppanti, che in studio version erano stati la vera forza del brano, rimangono nella terremotante e convincente esecuzione dal vivo di una song allegra che i canadesi apprezzano. Si rallenta con la pomposa marcetta medievale The Village Of Dwarves non troppo impegnativa e durante la quale i nostri caricano le batterie per la successiva Erian’s Mystical Rhymes. Dopo quasi 3 minuti di campionamenti si entra nel vivo e la prova del gruppo è perfetta per precisione e potenza in una traccia complessa e densa di colpi di scena. Chiude un assolo di Alex il quale dimostra di possedere il patentino per “la guida veloce”. Dawn Of Victory è a mio parere l’album che più si presta alla riproposizione Live: la title track colpisce con tutta la sua forza e non delude le più rosee aspettative. Per raffreddare gli animi prima del finale giunge Lamento Eroico. Osservato speciale d’obbligo Fabio Lione: mentre lo ascoltiamo un ipotetico raggio di luce lo investe e, inevitabilmente, tendiamo l’orecchio in attesa/timore di un suo errore: non arriva! Si prosegue con il mid tempo cadenzato Nightfall On The Grey Mountains che non aggiunge molto alla versione studio. L’urlo Rhapsody / Rhapsody fa tornare i triestini sul palco con The March Of The Swordmaster. Un Heavy Metal oscuro che ci avvolge grazie all’ugola ruvida di Lione e al riff; il chorus è perfetto per riscaldare gli animi prima della conclusiva Emerald Sword. Fabio duetta con la platea con ottimi risultati prima di dare inizio alle danze per il gran finale. E’ un piacere sentire con tanta sincera partecipazione il pubblico cantare a squarciagola “For King, For The Land, For The Mountains…”.
I Rhapsody hanno dimostrato di saper suonare dal vivo se hanno a disposizione mezzi adeguati. La loro musica non perde forza anche con l’immancabile e pesante uso di parti campionate. Guardare per credere il breve DVD (10 minuti circa) presente nella Limited version nel quale si può apprezzare la bontà della prestazione e la reazione molto positiva del pubblico. L’incontro tra fans e Rhapsody nella hall è stato un tripudio di magliette della band e di gente festante; quasi commovente constatare quanto siano apprezzati all’estero. Imbarazzante invece l’inglese di Turilli e Staropoli i quali, mentre descrivono con lo scorrere delle immagini i preparativi, l’emozione dello show ecc, fanno a gara a chi parla peggio: a mio parere vince ai punti Luca. Dopo tanto zucchero passiamo alla pecca fondamentale di Live In Canada 2005, ovvero la scaletta!! Quando hai una sola ora a disposizione perché i Manowar sono l’attrazione principale devi per forza di cose tagliare con la mannaia molte hit. Ciò non giustifica la decisione di non riproporre nessuna song da Legendary Tales anche perchè The Village Of Dwarves e Nightfall On The Grey Mountains potevano essere benissimo lasciate in naftalina. Per la durata ridotta e per la tracklist do un voto moderato sicuro che in un prossimo futuro arrivi il vero Live dei Rhapsody con tutti, o quasi, i cavalli di battaglia uniti a questa produzione.
Top Song: Unholy Warcry, Dawn Of Victory, Emerald Sword
Skip Song: Nightfall On The Grey Mountains.
Tracklist:
1. The Dark Secret
2. Unholy Warcry
3. Wisdom Of The Kings
4. The Village Of Dwarves
5. Erian’s Mystical Rhymes
6. Dawn Of Victory
7. Lamento Eroico
8. Nightfall On The Grey Mountains
9. The March Of The Swordmaster
10. Emerald Sword
11. Gran Finale