Recensione: Live in Leipzig
26.11.90. All’Eisfeller di Lipsia si esibiva la miglior line-up dei Mayhem e forse del black metal moderno: Dead alla voce, Euronymous alla chitarra, Hellhammer alla batteria e Necrobutcher al basso. I 4 avrebbero fornito una prova che era destinata a rimanere negli annali del black metal e del metal estremo in generale, poichè stiamo parlando del più grande live che una black metal band abbia mai realizzato.
La prestazione dei nostri é impressionante: la chitarra di Euronymous é tagliente e gelida come non mai, la batteria di Hellhammer devastante ma tecnica, il basso di Necrobutcher sempre in distorsione paurosa. I 3 creano un inferno sonoro, ma sempre ragionato e ricco di feeling,su cui si va ad aggiungere la voce aberrante e corrosiva di quel mostro che era Dead.
Inutile dire che la prestazione vocale di Dead sarà termine di paragone per tutti i cantanti black a venire e forse solo Nocturno Culto dei Darkthrone riuscira’ ad eguagliarla in Panzerfaust. Il timbro vocale di Dead é piu’ basso e caldo rispetto a quello di Maniac in Deathcrush, ma l’odio e la disperazione che evoca Dead ad ogni urlo sono smisurati e sconvolgenti e ciò dimostra come i due leader dei Mayhem, i padri del black, fossero dedicati anima e corpo alla causa della nera fiamma e come si scagliassero contro i posers che di lì a poco avrebbero infettato la scena.
Le canzoni che compongono il disco sono tratte dal mitico Deathcrush del 1986 ancora influenzato dal thrash, che insieme a Under the sign of the Black Mark dei Bathory fissò i paletti del black metal moderno, più Carnage un brano dal sapore death/thrash iperveloce e caotico apparso su una compilation negli anni ’80. Ma i veri pezzi black,che poi appariranno sul loro capolavoro De Misteriis Dom. Sathanas nel 1994, non hanno bisogno di presentazioni e sono Funeral Fog, The Freezing Moon, Buried By Time and Dust e Pagan Fears. I suddetti brani erano stati composti dai Mayhem a cavallo degli anni ’80 e ’90 ma verrano pubblicati solo nel 1994 per i fatti che tutti conosciamo. Questi pezzi sono stati tutti anthem del genere e sono stati fonti di ispirazione per centinaia di band a venire: il black metal odierno nasce con queste canzoni.
La produzione é grezza al limite dell’ascoltabile e gli errori da parte dei nostri non mancano ma ciò conferisce al disco un’atmosfera di rara malvagita’. Molti non avranno difficoltà a definirlo uno dei dischi più estremi del mondo.
Il disco si apre con voci del pubblico e suoni di chitarra e questo da un senso di inquietudine a chi lo ascolta per la prima volta e puntuale dopo circa un minuto tuona la voce di Dead ad annunciare Deathcrush. Questo é un pezzo storico con cambi di tempo pazzeschi il cui riff iniziale é rallentato rispetto al disco per conferire una pesantazza d’impatto non comune. Qui Dead scalda la voce che offirirà il meglio di se’ in seguito.
Ed eccoci ad un pezzo storico: Necrolust. Un brano che parte lento e poi sfocia in orgia sonora di grande intensità; qui la voce di Dead é al limite dell’umano quando urla Necrolust!
Poi dopo che Dead ha incitato il pubblico la batteria di Hellhammer apre a Funeral Fog seguita a ruota da The Freezing Moon. Qui i fans si morderanno le mani a pensare come sarebbe dovuto essere D.M.D.S. se Dead l’avesse inciso, senza nulla togliere ad Attila in possesso di un timbro unico e apprezzato da Dead. Da segnalare l’assolo freddo e scarno di Euronymous in The Freezing Moon.
Dopo tanto godimento si riprende fiato (si fa per dire!) con Carnage un vecchio brano degli anni ’80 molto vario e ossessivo che fa da ponte con altre due gemme: Buried by Time and Dust e Pagan Fears e qui c’é poco da dire se non quello detto sopra.
Giungiamo quindi a Chainsaw Gutsfuck da Deathcrush. E’ un brano cadenzato e ossessivo dal famoso stacco centrale velocissimo che prepara il terreno per l’ultimo brano del disco.
Come on Leipzig! Come on! Join Us! Pure Fucking Armageddon! E’ cosi che Dead e i Mayhem si congedano dal pubblico. Il titolo parla chiaro: un inno alla distruzione totale con velocità da cardiopalma e un’agonizzante voce di Dead nel refrain.
Si chiude così un album storico che che incoronava i Mayhem come i veri fondatori e leader di un nuovo genere musicale che nel bene e nel male avrebbe fatto parlare di se di lì a poco.
Tracklist:
1)Deathcrush
2)Necrolust
3)Funeral Fog
4)The Freezing Moon
5)Carnage
6)Buried By Time And Dust
7)Pagan Fears
8)Chainsaw GutsFuck
9)Pure Fucking Armageddon