Recensione: Live in London
Signore e signori: ecco a voi “Live in London”, il più recente capitolo discografico degli storici Judas Priest. È sempre un piacere ed un onore parlare di loro, soprattutto quando celebriamo la loro supremazia nel pantheon dei Metal Gods.
In realtà ci sarebbe molto da dire a riguardo di questa release, ma in questa pagina ci limiteremo ad esaminare “Live in London” così come si presenta nella versione compact disc. L’analisi ragionata del formato DVD troverà spazio in una recensione tutta sua; così come commenti, dettagli e confronti appariranno separatamente in un articolo di questa webzine. Questo “sistema di recensioni connesse” tende a fornire un’idea più articolata e chiara possibile riguardo quello che si può considerare un vero e proprio evento per l’Heavy Metal: l’uscita di un nuovo disco dei Judas Priest appunto.
Iniziamo con calma…partiamo dall’artwork: nulla di speciale sinceramente, anzi. La veste che impacchetta i centotrenta minuti di metallo priestiano si riduce ad un’immagine di copertina abbastanza approssimativa e tutt’altro che esaltante, un booklet composto di sole quattro pagine (con solo tre foto: Ken, Glenn e Tim) ed una retro che raffigura un paesaggio siderale irradiato da bagliori stellari. Da notare anche l’omissione di alcuni articoli nei titoli delle canzoni: qui nessuno vuole fare il pignolo, né ha mai sognato di sparare a zero sui Priest. Ci mancherebbe…
Ma, vista la mediocrità dell’artwork, non si capisce proprio perché le soluzioni grafiche abbiano privato “A Touch of Evil” della prima parola, o addirittura “The Hellion” (omessa nella versione dvd) venga presentata solo come “Hellion”.
Piccoli dettagli -magari insignificanti per qualcuno- che comunque hanno tutto il diritto di essere segnalati.
Inserito il primo disco, veniamo inondati dalla sublime atmosfera che contraddistingue i concerti dei Judas Priest. Quel calore, quella grande attesa, quella palpabile eccitazione evocate dal mitico grido: “Priest! Priest! Priest!“. Ed infatti tutti I fans radunati per l’occasione alla Brixton Academy di Londra, dopo essersi goduti la performance dei Saxon, accolgono calorosamente il quintetto anglo-americano che, seguendo la tipica scaletta del “Demolition Tour” aprono con la titanica “Metal Gods”. Da qui in poi, questi due cd si trasformano in una bomba di Heavy Metal puro e duro. Le tracklist di questo doppiocd è davvero ricca: viene presa in considerazione un po’ tutta la discografia da “Sad Wings of Destiny” fino al controverso “Demolition” datato Giugno 2001.
I Priest sono in forma e si sente: al di là degli ipotetici rimaneggiamenti in studio, “Live in London” fa la sua bella figura in qualità di live album. L’approccio on stage dei nostri eroi è sempre lo stesso: i pezzi puntano sempre su un maggiore impatto ed carica più esplosiva che in studio, arricchendosi di virtuosismi estemporanei ad opera dei semprevivi Tipton/Downing e della complicità del pubblico. Rimane invece inevitabilmente “inusuale” (a più di sei anni dalla sua entrata) la presenza e soprattutto le perfomances vocali di Tim “Ripper” Owens.
Diciamoci la verità, sei anni non bastano per abituarsi a sentire “Running Wild”, “Grinder”, “The Hellion/Electric Eye”, “Breacking the Law” ed altri cavalli di battaglia del gruppo, interpretati e cantanti da una voce diversa da quella di Rob “Metal God” Halford. Di profondamente diverso c’è anche l’approccio live. Pur essendo un singer dotato e capace, con una carriera canora più che decente e “solo” due tour mondiali, il buon Tim non può essere messo a paragone con la leggenda che avvolge la figura ultra-carismatica di Robert Halford e la sua straordinaria abilità canora.
Nonostante dunque un nuovo logo, un nuovo look, un nuovo cantante ed un nuovo sound (nonché una nuova label ed una “nuova” manager tutta curve…ma proprio tutte) i Judas Priest (ad oltre cinquanta anni suonati) sono ancora in pista sparandoci addosso cannonate di Heavy Metal di classe: e c’è da dire che si riescono ancora benissimo!!
Potremmo parlare per ore di quanto pregevole e curata sia la produzione di questo live, oppure di quanto piacevole ed elettrizzante sia la resa dal vivo di pezzi come “A Touch of Evil”, “Burn in Hell”, “You’ve got another thing coming”, “Living After Midnight”, “Heading out to Highway” e “Painkiller” (dove stranamente sembra che Ripper canti “[…] rides the metal motor” anziché “metal monster”…vabbè!) giusto per citarne alcuni. Con piacere notiamo pure che i pezzi “nuovi” (presi dagli ultimi due album) rendono bene dal vivo e convincono.
Per finire (altrimenti non ne usciamo più…) la versione in doppio cd di “Live in London” è un gran bel live, prodotto con i controcazzi, suonato da una delle migliori bands di questo pianeta, e pieno di grande energia metallica sprigionata da canzoni-classiche del genere. Insomma, un bel disco che non sfigura con il suo predecessore di tre anni fa “Live Meltdown” e rende onore alla fama dei Sacerdoti dell’Heavy Metal; risultando magari “pensante” ai neofiti vista la sostanziosa durata dell’opera.
Come concludere?? Facile…The Priest is Back!!
Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli
CD I
1) Metal Gods
2) Heading out the Highway
3) Grinder
4) A Touch of Evil
5) Blood Stained
6) Victim of Changes
7) The Sentinel
8) One on One
9) Running Wild
10) Ripper
11) Diamonds and Rust
12) Feed on Me
13) Green Manalishi (with the two pronged-crown)
CD II
1) Beyond the Realms of Death
2) Burn in Hell
3) Hell is Home
4) Breacking the Law
5) Desert Plains
6) You’ve got another thing coming
7) Turbo Lover
8) Painkiller
9) Hellion / Electric Eye
10) United
11) Living After Midnight
12) Hell Bent for Leather