Recensione: Live in London
Live album per i Thrash Gods Testament, che va a celebrare la reunion avvenuta in occasione dell’ultimo tuor europeo del gruppo.
Il disco è in pratica una sorta di best of dal vivo della band, sono infatti presenti tutti i grandi classici del gruppo di San Francisco, a partire dall’iniziale “The Preacher”, che scalda subito gli animi tra i fans londinesi, atmosfera che di sicuro non viene raffreddata da due bordate del calibro di “The New Order” e “The Haunting”.
L’apporto del figliol prodigo Alex Skolnick si fa sentire eccome, soprattutto in fase solista il guitar hero mette in mostra tutte le sue capacità, come ben evidenziato per esempio da “Electric Crown”, e la sua fluidità esecutiva, davvero impressionante.
Tutta la band gira che è una meraviglia, e anche se a volte il vocione di Chuck Billy non pare esente da qualche pecca, canzoni come “Sins of Omission”, “Into the Pit”, devastante come sempre, e la più introspettiva ma no per questo meno vigorosa “Souls of Black” rendono davvero alla grande.
Dopo una prima parte chiusa alla grandissima dalla splendida “Trial by Fire”. Arriva la prima sorpresa di questo live, Chuck annuncia un cambio dietro le pelli, ed al posto del bravissimo John Tempesta si siede lo storico Louie Clemente, che se tecnicamente non è nemmeno lontanamente paragonabile all’ottimo Tempesta, contribuisce però a far diventare davvero definitiva questa reunion.
La seconda parte dello show viene aperta da “Practice what you Preach”, brano tecnicamente non dei più semplici, ma che ha il grosso pregio di riuscire a mantenere una buona fluidità e soprattutto una gran potenza, e su cui il buon Skolnick piazza un assolo davvero da brividi.
Non mancano nemmeno altri due classici dei Testament quali “Over the Wall”, col suo splendido stacco centrale, e la sempre devastante “Disciple of the Watch” posta in chiusura, e con il pubblico inglese decisamente impegnato a cantare e a rispondere agli incitamenti del singer.
Le sorprese a livello musicale sono rappresentate da tre brani in particolare, cioè “Let go of my World”, “The Legacy” e da “Raging Waters”, tre canzoni che la band aveva proposto raramente, se non addirittura mai, dal vivo nei precedenti tour, c’è da dire che anche in questo caso la scelta del gruppo pare azzeccata, infatti tutte e tre le canzoni nelle loro incarnazioni dal vivo risultano convincenti ed avvincenti, forse solo “The Legacy” appare un po’ fuori contesto, ma in mezzo a tanto massacro sonoro una pausa potrebbe anche far bene.
I suoni sono molto buoni, caldi e potenti rendono piuttosto ben l’idea di quello che è l’impatto dei Testament su di un palcoscenico, forse un volume più alto del pubblico avrebbe consentito un maggior coinvolgimento, ma direi che già così si può essere più che soddisfatti.
Tecnicamente c’è poco da dire, ho già parlato dei due batteristi che si alternano nel disco, ho già detto che qua e la il buon pellerossa Chuck ha qualche problemino con la voce, ma è davvero un voler andare a cercare il pelo nell’uovo, infatti il gruppo dimostra di essere incredibilmente compatto e potente, e questo è quello che conta in un disco Thrash registrato dal vivo.
Questo “Live in London” è in definitiva un’ottima testimonianza live dei Testament, che come ho già detto rende piuttosto bene l’idea di quello che la band è in grado di dare su un palcoscenico, sia chi ha avuto modo di vedere il gruppo durante il tour, sia chi non ha potuto essere presente troverà in questo disco tutta la rabbia e la potenza del puro Thrash made in Testament.