Recensione: Live in Munich 1977
Dopo la recensione di Kolner Sporthalle 25.9.1976, Truemetal vi presenta Live in Munich 1977, secondo gioiello di una lunga collana dedicata ai concerti tedeschi della storica formazione che ha scolpito il suo nome, Rainbow, nella memoria dedicata all’Hard Rock mondiale.
Torniamo a parlare di Ritchie Blackmore e della favola che l’ha condotto ad attraversare mari e monti a cavallo del suo strumento predicando il verbo del chitarrista perfetto, viaggiamo a ritroso nel tempo tralasciando per un attimo i trascorsi con i Deep Purple, infatti, forse non tutti sanno che…
Ritchie si innamorò della chitarra a undici anni, quando l’amico ricco apparve in classe con una fiammate sei corde. Colpo di fulmine?
Blackmore Senior dovette cedere alle continue pressioni del figlio e acquistargli la chitarra, una Hofner Club 50 ma, con una clausola ben precisa: “Ritchie, se non diventi il migliore giuro, te la spacco in testa!”. “Lo diventerò, te lo prometto papà” la risposta del beneamato.
Proprio così, il ragazzino prese quella minaccia sul serio e si dedicò completamente al suo nuovo gioiello; Tommy Steele e Johnny Ray le prime influenze fino ai Nero & The Gladiators che proponevano cover di successi contemporanei rivisitati in chiave rock. Si appassionò in un secondo momento a Scotty Moore, Jimmy Bryant e James Burton… insomma… il pargolo era già in possesso, tra le altre cose, di un orecchio assai fine.
A sedici anni registrò il primo brano; trattasi di My Blue Heaven inciso con la collaborazione della band Mike Dee & The Jaywalkers e, da allora, non si è più fermato.
L’Olympiahalle di Monaco è un catino infernale la sera del 20 ottobre 1977, la leggenda narra di un Ritchie Blackmore che, arrestato la sera prima in Austria e rilasciato dopo meno di ventiquattro ore, raggiunge il luogo del concerto poco prima di immergersi in quella che, ancora oggi viene definita la migliore prestazione di sempre dopo l’inimitabile Made in Japan dei Deep Purple. E’ proprio così?
DISC ONE
La scaletta è molto simile a quella dello show del 1976 e trasmette subito energia positiva con le aperture di Kill The King e Mistreated. Come anticipato nella vecchia review, l’improvvisazione è l’assoluta protagonista dei concerti dei Rainbow e Sixteenth Century Greensleeves, con le sue divagazioni in musica classica, conferma la natura della passione di Blackmore nel rapporto con la sua elettrica.
E se questa spirale distilla una sola goccia, il bicchiere mezzo pieno è garantito dai diciassette minuti abbondanti di Catch The Rainbow dove una vera e propria raccolta di stili e di soluzioni ritmico-melodiche si mescolano accendendo l’Olympiahalle.
A Long Live Rock ‘n’ Roll il compito di infiammarlo definitivamente e, pensate, si trattava di un pezzo al tempo sconosciuto in quanto l’omonimo l’album fu pubblicato soltanto l’anno successivo, nel 1978.
DISC TWO
Ronnie James Dio, sempre lui, è autore di una performance gladiatoria nel classico Man On The Silver Mountain, un brano che testimonia, se v’erano ancora dubbi, la maturità artistica di colui che amo definire la vera “Voice Of Rock”. Non me ne voglia l’esimio Glenn.
I venticinque minuti di Still I’m Sad esaltano lo spiccato talento di Cozy Powell alla batteria e confermano la bontà delle prestazioni degli esordienti Bob Daisley al basso e David Stone alle tastiere. Do You Close Your Eyes a chiudere in bellezza i racconti dell’arcobaleno.
La qualità musicale non è esaltata da una produzione notevole che, diciamolo, è dignitosa ma non eccelsa, inferiore a quella di Kolner Sporthalle 25.9.1976.
Poco importa se prendiamo in considerazione la performance dei singoli autori che, senza alcuna ombra di dubbio, ci consegnano uno spaccato artistico di caratura superiore, un doppio cd da conservare con cura e da sottoporre anche alle prossime generazioni. Manifesta superiorità.
Gaetano Loffredo
Tracklist CD1:
1.Kill the King
2.Mistreated
3.Sixteenth Century Greensleeves
4.Catch the Rainbow
5.Long live Rock ‘n’ Roll
Tracklist CD2:
1.Man On The Silver Mountain
2.Still I’m Sad
3.Do You Close Your Eyes