Recensione: Live in Stockholm 2004
Operazione abbastanza scontata, quella di rilasciare un live postumo, per la tristemente svanita realtà dei Dissection. La loro seconda vita aveva diviso le masse, soddisfacendo dal vivo ma lasciando qualcuno un po’ perplesso sul canto del cigno da studio della band, sino alla tragica conclusione, con l’inspiegabile suicidio di Jon Nödtveidt. Una visione sicuramente distorta di quello che comunque era un gruppo musicale, la sua, ma che non siamo qui a giudicare ora; come non stiamo giudicando il live in questione per le sue intenzioni palesi o meno.
L’epitaffio dei Dissection però ripropone, oggettivamente, una realtà congelata nei contenuti, modificata solo nel metodo.
Reinkaos sarebbe infatti uscito solo due anni dopo la registrazione di questo concerto svedese, nel 2006, ed è quindi logico che il disco non ne contenga alcuna traccia, andando a ripescare esclusivamente i brani classici del gruppo: e qui si impone allora qualche riflessione.
Prima di tutto: come i fan ben sanno, la band ha pubblicato, prima di questo (e prima della pausa forzata dovuta all’incarcerazione di Nödtveidt) ben altri live: la VHS Live & Plugged Volume 2, divisa coi Dimmu Borgir di Enthroned Darkness Triumphant, che li fotografava in quello che rimase probabilmente il loro momento migliore (era il 1997); e Live Legacy, altra ottima testimonianza (anche se un anthem come Night’s Blood rimase escluso dalla tracklist a causa di errori nella registrazione), specie nella versione contenente anche il DVD Gods Of Darkness – Live (e con questo siamo nel 2003, a band già fuori dai giochi). Insieme, queste due uscite rappresentano il meglio dei Dissection, quanto Live In Stockholm 2004 non può che provare a imitare.
Il problema è che ci riesce solo in parte. Come noto, la formazione cambiò completamente nel 2004, alla scarcerazione di Jon: alla chitarra trovavamo l’italiano Set Teitan degli Aborym, al basso Brice Leclercq e alla batteria l’unico veterano della scena svedese, Tomas Asklund, già con Dawn e Dark Funeral. Ora: come avevamo fatto notare nel momento in cui accadeva, e precisamente nel live report del loro primo concerto italico a Codevilla, la sezione ritmica dei Dissection 2.0 lasciava a desiderare sui vecchi pezzi: Set faceva il suo lavoro (del resto la chitarra fondamentale rimaneva quella di Jon, e lì nulla era mutato), Leclerq anche, ma Asklund ridimensionava completamente il lavoro dei due batteristi che avevano fatto grande una band come i Dissection.
Prendete un qualsiasi filmato live, o anche il Live Legacy, e confrontatene la versione di Retribution – Storm Of The Light’s Bane con quella attuale, e ve ne accorgerete. Sfumature, dettagli? Fino a un certo punto.
Se infatti si ripropone esclusivamente materiale già noto, anche dal vivo, è bene saper reggere il confronto: se il carisma di Jon su palco azzerava i problemi, dal punto di vista del godimento del concerto, ascoltandone la registrazione si notano le debolezze. Pezzi come Unhallowed, Frozen o A Land Forlorn mantengono la loro potenza, e il classicone Where Dead Angels Lie rimane quello che è: un vero e proprio manifesto.
D’altro lato brani come Night’s Blood, che tanto era mancata su Live Legacy, qui si perdono un po’ quanto a potenza ed efficacia, per i problemi di cui sopra.
Un live nostalgico quindi, in tutti i sensi: realizzato più con quello che si poteva fare che con l’idea di pubblicare il miglior addio possibile ai Dissection. Nulla di nuovo, solo un ricordo per chi ha vissuto soprattutto la nuova versione del gruppo; gli altri riprenderanno le vecchie cose, e non perderanno assolutamente nulla.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
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Tracklist:
1. At The Fathomless Depths 03:19
2. Night’s Blood 04:23
3. Frozen 04:24
4. Soulreaper 06:56
5. Where Dead Angels Lie 07:33
6. Retribution… Storm Of The Light’s Bane 06:03
7. Unhallowed 07:09
8. Thorns Of Crimson Death 09:01
9. Heaven’s Damnation 04:37
10. In The Cold Winds Of Nowhere 04:41
11. The Somberlain 09:10
12. A Land Forlorn 07:32