Recensione: Live in the Astoria London DVD
Recensire un’esibizione live di Steve Vai non è cosa facile. La carica, il feeling “on stage” che questo straordinario musicista e virtuoso della sei corde sprigiona sono di difficile aggettivazione. Eppure va fatto uno sforzo per cercare di addentrare il lettore nell’universo musicale del “chitarrista alieno”. L’occasione per provare questo “esperimento” è la recensione del dvd di recente uscita “Live in the Astoria London”. Filmato appunto all’Astoria di Londra questo dvd riprende integralmente l’esibizione tenuta da Vai insieme a un gruppo di musicisti di prim’ordine: Billy Sheenan al basso, Tony Mc Alpine alle tastiere e chitarra, Virgil Donati alla batteria e Dave Weinher alla chitarra. L’assemblaggio di personalità artistiche di questo spessore già garantisce di per sé il risultato. Ma non fermiamoci alla “forma” e andiamo a “sostanza”: 15 brani tratti dal meglio del repertorio solista di Steve Vai, di cui due ripettivamente di Sheehan e Weinher. Il dvd, inoltre, è corredato da un divertente bonus disc includente il backstage del concerto, informazioni biografiche su ogni membro della band di Vai e due interessanti soundcheck.
Apre l’esibizione un’energica e frizzante esecuzione di “Shyboy”, cantata da Billy Sheehan. Il pezzo è eseguito con la consueta classe chitarristica di Vai che, infaticabile, si dimostra un vero animale da palco e gradito intrattenitore. Prova ne è l’eclettismo del suo modo di suonare la chitarra, quasi sensuale tanto da ricordare in alcune “acrobazie” Jimi Hendrix. Il resto degli strumentisti svolge il proprio ruolo con il giusto coinvolgimento emotivo, soprattutto si distingue Billy Sheehan il quale già si impone come seconda grande attrazione della serata.
In rapida successione la band esegue “Giant balls of gold”, song eseguita con grande classe. Il riffing d’apertura che introduce al brano è pesante e pieno di groove, grazie ad una sezione ritmica impeccabile. Visivamente l’esecuzione acquista particolare valore, in più, grazie alla grande presenza scena di uno Steve Vai molto ispirato che sfrutta ogni possibile artificio chitarristico per la delizia degli spettatori. Dopo una breve introduzione parte “Erotic Nightmares”, song che viene interpretata in tutta la sua accattivante bellezza. Vai esegue tutte le parti soliste con grazia deliziando lo spettatore con assoli uno più bello dell’altro. Se già dal punto di vista del semplice ascolto questa song aveva avuto modo di stupirvi, l’esecuzione “on stage” mostra un appeal decisamente più accattivante, merito soprattutto di una band molto affiatata. Maestosa poi è l’esecuzione della seguente “Blood and glory”, brano dove assistiamo ad una buona intesa tra le tastiere di Mc Alpine e i lirici solismi del virtuoso chitarrista. Interessante è vedere, inoltre, il giovane ma già esperto Weiner alle prese con la piece solistica “Dave’s Party Piece”. Certo, in confronto alle songs d’apertura sembra poco, ma il feeling di questo chitarrista risulta particolarmente gradito per lo spettatore. Pochi minuti di presentazione ed ecco che Steve Vai torna sul palco, deliziandoci con una perfetta esecuzione di “Blue Prowder”. Qui viene catturata molto bene la carica sensuale che sprigiona la track, toccando livelli di eccellenza soprattutto nell’assolo finale. “The Crying Machine” è un piacevole “passatempo”, dove Vai concentra l’attenzione dell’ascoltatore su linee melodiche di facile presa impreziosite, però, da una grande abilità tecnico-strumentale sempre di alto livello e originalità. Passando a “The Animal” possiamo notare il chitarrista alieno calarsi nei panni dell’intrattenitore “tout court”, indossando i panni del “trasformista scenico”: cambiati gli abiti, indossato un cappello un po’ buffonesco e imbracciata la chitarra, il nostro si lancia nell’esecuzione di riffs sensuali (accennando anche una specie di danza molto divertente), con la complicità del bravissimo Sheehan. Si cambia atmosfera e con la seguente “Bangkok”, lo spettatore può assistere ad un intelligente incontro tra virtuosismo chitarristico, accompagnamenti tastieristici eleganti e un sottofondo per “sitar” molto folkloristico. L’aspetto di questo brano è l’articolazione complessa del suo sviluppo, tutta giocata su ritmiche mai convenzionali e su linee melodiche dissonanti ma capaci di catturare l’attenzione dell’orecchio più distratto. Dopo un assolo tastieristico ad opera di Tony Mc Alpine, molto d’atmosfera, uno Steve Vai particolarmente “futuristico” ricompare sul palco: vestito di fili e luci, il grande guitar hero si lancia nell’esecuzione di “Bad Corsie”. La pesantezza del riffing, sostenuta da un drumming incisivo e cadenzato, rendono questa song perfetta per permettere al nostro di divertire il pubblico con le più strane acrobazie, arrivando a suonare (impeccabilmente) accordi di chitarra anche con un piede solo, o a far “gridare” la chitarra sotto la mimica di un amplesso. A seguire possiamo apprezzare il Billy Sheehan compositore, quando viene eseguita la sua “Chameleon”: brano giocato su una ipnotica base ritmica e su un riffing stoppato e dissonante. “Down deep into the pain” lascia di nuovo ampio spazio al solismo del chitarrista, che trascina il pubblico in un vortice di assoli fulminanti. Particolare l’esecuzione delle successive “Fire” e “Little Wing” , cover ben eseguite secondo la particolare personalità artistica del nostro. Non poteva mancare il gioiello che è “Wispering a prayer”, brano eseguito impeccabilmente in tutto il suo ammaliante lirismo. Fulminante poi l’incedere della seguente “Incantation”, brano dove è compreso anche un bell’assolo per batteria. A conclusione di questo spettacolo l’ascoltatore è deliziato dall’esecuzione di perle quali “For the Love of God”, “Liberty” e la conclusiva “The Attitude Song”. Esecuzioni strumentali ancora una volta impreziosite da un pregevole lavoro chitarristico dove tecnica e arminia si amalgamano perfettamente.
Se avete visionato il dvd “G3 Live in Denver”, pregevole live includente un’ottima esibizione del chitarrista alieno, sicuramente, dopo la visione di questo “Live in the Astoria London”, vi renderete conto che quello visto precedentemente era solo un assaggio delle grandi doti di virtuoso della sei corde. Qui troverete intrattenimento allo stato puro, esecuzioni impeccabili per circa un’ora e mezza di grande musica.
Tracklist:
1. Shyboy
2. Giant Balls Of Gold
3. Erotic Nightmares
4. Blood And Glory
5. Dave`s Party Piece
6. Blue Powder
7. The Crying Machine
8. The Animal
9. Bangkok
10. Tony`s Solo
11. Bad Horsie
12. Chameleon
13. Down Deep Into The Pain
14. Fire
15. Little Wing
16. Whispering A Prayer
17. Incantation (with drum solo)
18. Jibboom
19. For The Love Of God
20. Liberty
21. The Attitude Song