Recensione: Live Life
Correva l’anno 1983 e Phil Lynott, leader incontrastato dei Thin Lizzy, decide che è giunto il momento di mettere la parola fine alla carriera della sua band, volendo ripartire da zero con un progetto solista (ricordo i due album solisti di Phil già pubblicati: Solo in Soho del 1980 e The Phil Lynott Album del 1982). Non bastò il ritorno al successo del micidiale Thunder And Lightning, che vedeva alla chitarra il nuovo entrato John Sykes (ex Tygers Of Pan Tang) che affiancava il veterano Scott Gorham. Il giovane chitarrista porterà all’interno del gruppo, una sferzata d’energia. Con i suoi riff in chiaro stile N.W.O.B.H.M, renderà l’lp come il più Heavy della discografia dello storico gruppo. Il nuovo corso verrà apprezzato dai fans, riportando così il gruppo di nuovo ai vertici delle charts. Questo, però, non bastò a Phil che ormai, aveva deciso di porre fine all’avventura Thin Lizzy. Annuncia quindi che Thunder And Lightning sarà l’ultimo disco del gruppo e parte per il Farewell Tour che culminerà con le esibizioni di Reading e Dortmund, dove i chitarristi che hanno fatto parte delle varie incarnazioni dei Thin Lizzy affiancheranno l’attuale line-up per un addio in grande stile. Tutto questo è documentato dal doppio live album Live Life che consegnerà ai posteri il canto del cigno della band. Forse i Lizzy non hanno mai avuto il successo di band come Deep Purple o Led Zeppelin, ma il supporto e la giusta considerazione alla musica di Phil non sono mai mancati, ed i numerosi tributi ne sono la prova più tangibile.
Tutti i successi dei Lizzy sono contenuti in Live Life, aperto dal micidiale riffing di Thunder And Lightning cui fa seguito una versione adrenalitica di Waiting For An Alibi. Poi è la volta di Jailbreak title- track dell’omonimo album, mentre da Thunder And Lightning arriva una versione sostenuta di Baby Please D’ont Go, con le due chitarre che macinano riff e fraseggi a tutta manetta culminanti con un solo di Sykes micidiale. Un ritmo cadenzato di batteria ed intrecci chitarristici aprono Holy War, dove appunto i due axe-man offrono una prestazione davvero notevole. Fraseggi di basso introducono la melodica e malinconica Renegade dall’omonimo album del 1981, da cui viene estratto anche Hollywood sostenuta da riff e ritmiche più Hard-Rock, che dal vivo convince più che in studio. Alle chitarre, in questi due brani compare Snowy White. Dal capolavoro Black Rose, Phil introduce Got To Give It UP che ad un inizio più dolce, contrappone uno sviluppo su coordinate più hard con la sensuale voce di Lynott a sottolineare le coinvolgenti linee melodiche. Angel Of Death (Renegade), è un bell’hard-rock sostenuto e coinvolgente, mentre una selvaggia e tirata versione di Are You Ready chiude il primo cd. The Boys Are Back In Town apre il secondo dischetto, la canzone con cui maggiormente s’identificano i Lizzy essendo quella di maggior successo commerciale. Ma i Thin Lizzy non sono solo questo e dall’ultimo album in studio arriva la dura Cold Sweat che esplode negli amplificatori e con le sue ritmiche heavy infiamma lo stage. Da Johnny The Fox del 1976 viene eseguita la bella Don’T Believe A Word, sempre affascinante nel suo incedere melodico. Si rialzano i ritmi con Killer On The Loose, sicuramente il pezzo migliore di Chinatown del 1980, in cui Phil coinvolge il pubblico in una botta e risposta e che vede di nuovo Snowy White (Chinatown e Renegade) alla chitarra. Arriva il momento di uno dei gioellini scritti da Lynott, ovverosia quella The Sun Goes Down che regala sempre un brivido quando si ascolta, merito anche dell’interpretazione di Phil e della sua voce calda e sensuale. Atmosfere Celtiche affiorano in Emerald dove i due axe-man cesellano melodie d’altri tempi affiancati da un eccellente ex: Brian Robertson. Sempre sulla stessa linea d’onda è la bellissima Black Rose , (a mio parere uno dei dieci pezzi più belli della storia del rock),, dove naturalmente non poteva mancare Mr. Gary Moore con la sua incendiaria chitarra. Impossibile resistere alle linee melodiche tracciate dalla sei corde: brano stupendo. La ballad Still in Love With You ci porta verso il finale del disco che ci riserva una piccola sorpresa. The Rocker, che come il solito chiude il concerto, vede, riuniti sul palco, Roberston, Moore ed Eric Bell affiancare Sykes e Gorham, presentati uno ad uno da Phil, per un ultimo ed entusiasmante saluto ai propri fan. Un disco che lascia l’amaro in bocca per il suo significato d’addio, in quanto la musica di Phil avrebbe potuto dire ancora molto.Con Thunder And Lightning avevano imboccato una nuova strada che avrebbe potuto regalare ancora soddisfazioni al gruppo ed ai propri fedeli fan. Comunque bisogna dire che il disco è molto bello e offre una fotografia accurata dei Thin Lizzy di quel periodo, anche se la registrazione, non ottimale, colloca il disco un gradino sotto il masterpiece Live And Dangerous, che ritengo uno dei dischi più belli degli anni settanta. Giusto epitaffio sonoro di un’artista che non c’è più, ma che ha lasciato un segno tangibile nel panorama della musica hard-rock. Grande Phil e grandi Thin Lizzy.
Cd1
Thunder e Lightning
Jailbreak
Baby Please Dont’Go
Holy War
Renegade
Hollywood
Got To Give It Up
Angel Of Death
are You Ready
Cd2
The Boys Are Back In Town
Cold Sweat
Don’T Believe A Word
Killer On The Loose
Sun Goes Down
Emerald
Black Rose
Still In Love With You
The Rocker