Recensione: Live N’ Bad
Nel 1985 uscì On Streets of Danger, il primo Lp registrato dal vivo in un concerto da parte di una band hard’N’heavy italiana. Alla voce c’era Giuseppe Scotto di Carlo, detto Pino, e quel gruppo si chiamava Vanadium. Molte, moltissime cose sono mutate da allora: i Vanadium si sono sciolti a metà degli anni ’90 e di dischi dal vivo da parte di altri ensemble tricolori ne sono poi usciti altri: Death SS, Skanners, Vanexa, solo per enumerarne tre.
Quello che non è cambiato è lo spirito e la combattività di Pino Scotto. Un personaggio imprescindibile della storia della musica dura italiana tanto amato da molti quanto odiato da altri. Da sempre divisivo, successivamente alla scintillante parentesi Vanadium s’è imbarcato in un lungo e variegato percorso artistico a livello solista che successivamente lo ha portato a suonare con i Fire Trails e poi più semplicemente con una band che da lustri porta il suo nome, all’insegna della totale libertà d’azione, quella che lo accompagna perennemente anche come protagonista in televisione.
Girarsi indietro e pavoneggiarsi nel passato non fa parte del modo di essere di Pino, il suo sguardo è sempre rivolto al domani, beninteso consapevole di quanto realizzato e vissuto in carriera.
Live N’ Bad, griffato Nadir Music, è il nuovo album dal vivo del rocker milanese e si compone di diciassette tracce per 74 minuti di musica.
Così come dichiarato in sede di intervista da Scotto (qui il link), il disco
“…è figlio della filosofia minimalista che mi contraddistingue. Ho voluto che suonasse come un vecchio bootleg degli anni Settanta. In presa diretta, senza maschere, senza trucchi. Da quando esiste certa tecnologia i live sono stati molto spesso addomesticati in studio. Certi artisti italiani, addirittura, hanno inciso live album suonati interamente in studio! Ci hanno solamente aggiunto gli applausi, finti. Live N’ Bad è prodotto puro: dal mixer al cd, con un minimo di mixaggio, ovviamente”
Il riscontro alle casse, infatti, non tradisce, il suono è quello tipico catturato dal vivo, tanto che Live N’ Bad può per davvero fregiarsi della definizione di lavoro registrato come si faceva una volta, senza tante menate di sorta né magheggi tecnologici. Ovviamente manca la “botta” che sanno restituire i live “addomesticati”, e a qualcuno un po’ spiacerà, fra coloro i quali si possono definire ascoltatori consapevoli, non riceverla in pieno petto da parte di brani quali “Streets of Danger” e “Get Up Shake Up” ma quella di Pino è stata una scelta all’insegna dell’integrità che va rispettata, anche perché il disco risulta più che dignitoso, in termini di resa. Ad accompagnarlo, sulle assi dei vari palchi italiani, Steve Volta alla chitarra, Gianantonio Felice al basso e Luca Mazzucconi alla batteria.
Live N’ Bad costituisce una sorta di fotografia tradotta in musica orientata prevalentemente verso la recente parabola artistica di Pino Scotto, ove pezzi tratti dall’ultimo album di inediti, Dog Eat Dog del 2020, uscito in piena emergenza pandemica, quali “Don’t Waste Your Time“, “Dog Eat Dog“, “Not Too Late“, “Same Old Story” e “Talking Trash” ben si fondono con quelli del precedente Eye For an Eye (“Cage of Mind” e la stessa “Eye For an Eye”). Non mancano, poi, quei pezzi divenuti dei classiconi in lingua italiana irrinunciabili a ogni concerto quali “La Resa Dei Conti” e “Morta è la Città” oltre, ovviamente, a tre estratti del periodo Vanadium, che definirei obbligatori: “Don’t Be Lookin’ Back“, “Streets Of Danger” e “Get Up Shake Up“. In chiusura la cover di “Stone Dead Forever” dei Motörhead, un tributo sgorgato dal profondo del cuore di Pino nei confronti di Lemmy, che lui ama ricordare come suo fratello di whisky e “companatico”... Fra un brano e l’altro, le tipiche invettive o esortazioni del caso, così come avviene puntualmente ad ogni esibizione della premiata ditta Scotto & Co.
L’album, che nella sua versione Cd digipak si accompagna a un poster di 24 cm x 35 cm con una bella foto della band su di una facciata e altre immagini catturate dal vivo più le note tecniche di rito sull’altra è stato missato e masterizzato da Tommy Talamanca (Sadist) presso i Nadir Music Studios e prodotto dallo stesso Scotto insieme con Federico Gasperi, sempre per Nadir Music. Il prossimo disco di inediti è previsto per il 2024.
Stefano “Steven Rich” Ricetti