Recensione: Live on 3 Continents [DVD]

Di Mattia Di Lorenzo - 17 Marzo 2007 - 0:00
Live on 3 Continents [DVD]
Band: Helloween
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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85

Dopo l’ultimo studio album, dal discusso titolo Keeper of the Seven Keys – The Legacy, che chiamava da sé il confronto con l’illustre tradizione degli anni ’80, in un misto di provocazione e autocompiacimento, gli Helloween tornano a mettersi in gioco con un dvd live, incentrato sulle performance dell’ultimo tour mondiale. “Keeper of the Seven Keys – The Legacy World Tour 2005/2006 Live on 3 Continents” è il titolo, per un dvd dalla struttura innovativa ed interessante. Sfruttando le risorse della tecnologia digitale, è possibile ascoltare alcune tracce in più versioni, passando dall’una all’altra canzone in corso, premendo semplicemente un pulsante quando sullo schermo compare una zucca; in altri casi le immagini si alternano da sé, da Sao Paulo, a Sofia, a Tokyo.

È così davvero possibile provare le sensazioni di tutti e tre i continenti senza pregiudicare l’unità del singolo concerto. Certo, impossibile non notare che le registrazioni dal Brasile hanno qualcosa in più, come missaggio, qualità audio e video, pubblico, struttura… Ma la proposta rimane una delle più originali in circolazione, in un momento dove tutti i gruppi sembrano presi dalla smania del dvd live, spesso senza essere davvero in grado di presentare un prodotto decente. Ma non è finita qui. Oltre a quasi due ore di musica (che diventano quasi due e mezza se si considerano tutte le “doppie versioni”), il dvd bonus dà la possibilità di ascoltare altre due tracce: la storica “Halloween” (dal Masters of Rock Festival, in Repubblica Ceca) e il nuovo mito “Occasion Avenue”, più 50 minuti di Roadmovies dai tre continenti, quasi altrettanti di interviste, e due video: quello di Mrs. God, e quello di Light the Universe. Ce n’è veramente d’avanzo.

Passiamo al concerto vero e proprio: la scelta delle tracce è decisamente apprezzabile, pescando a piene mani dal repertorio tradizionale, ma non disdegnando gli ultimi album. La scelta è sempre e comunque per le canzoni più rappresentative: non si può dire che la band abbia avuto il coraggio di correre veri e propri rischi. Gli episodi più controversi della carriera, infatti, vengono accantonati in un angolo senza remore: nessuna traccia da “Chameleon”, per esempio, nulla di “Pink Bubbles Go Ape”, il “Coniglio” è rappresentato solo da “Hell was made in Heaven” (anche se personalmente avrei preferito “Just a little sign”). L’azzardo vero e proprio piuttosto, è nell’immancabile confronto che si pone immediatamente tra l’ormai lontano “periodo Kiske” e l’oggi, nonché quello – altrettanto evidente – con Kai Hansen e i suoi “Gamma Ray”. Per troppo tempo, secondo me, si è denigrato il lavoro di Andi Deris, rimpiangendo il lontano collega. Ci si è sempre accontentati di definirlo “simpatico”, se ne sono sempre accentuati al massimo i difetti, e mai sottolineati i pregi. Questo dvd è soprattutto la prova lampante che Deris è bravo! Bravo a cantare in primo luogo: soprattutto nelle tonalità medio/basse, dove la sua voce un po’ roca e dannatamente Helloween si esprime al massimo delle sue qualità. Anche negli acuti in falsetto ormai pare essere completamente a suo agio: si veda quello centrale di “Keeper” per credere… Viene alla luce un Andi nelle vesti di incredibile intrattenitore! La sua immersione nelle canzoni è totale, la passione si accende ad ogni singola nota, tanto nei momenti più irruenti, quanto in quelli decisi e schiaccianti, quanto negli attimi più melodici ed effusivi. Lui chiama, il pubblico (soprattutto quello di Sao Paulo) risponde con un coinvolgimento a dir poco esaltante! Gli Helloween sono in fase di stanca, sono in crisi? Io non direi proprio!

Più problematico, oggi, è il confronto con Kai Hansen. Se ci si prova a chiedere chi abbia realmente ereditato il “vero sound Helloween”, è molto probabile che la scelta ricada sui Gamma Ray. Le versioni “cover” di canzoni come “Future World” o “I want out”, costantemente proposte da Kai in tutti i concerti, fanno propendere l’ago della bilancia in suo favore. Certo la timbrica molto alta di quelle canzoni è più agevole per lui invece che per Deris, certo nessuno può interpretare una canzone meglio di chi l’ha scritta… Ma è anche vero che se gli Helloween di allora sono i Gamma Ray di adesso, gli Helloween attuali hanno dalla loro una maggiore sperimentazione, la ricerca di strade nuove e particolarissime, laddove Kai, pur continuando a produrre capolavori, si accontenta ancora del suo stile ventennale.

Passiamo all’analisi traccia per traccia. La scelta di iniziare con la lunghissima suite “The King For a 1000 Years” è sicuramente inusuale; se non che, ormai gli Helloween ci hanno abituati a ciò, tanto che non sapremmo aspettarci un migliore inizio. Deris è perfettamente a suo agio nella canzone dal “doppio ritornello”, che, se ad alcuni sembra eccessivamente dilatata, a me pare (quasi) un capolavoro. E il pubblico, caldissimo, gode, soverchiando addirittura il cantante nell’introduzione. Segue “Eagle Fly Free”, forse la canzone più bella del gruppo, e di sicuro una delle più importanti del power metal. Tra le mille versioni che si possono ascoltare, con tutti i gruppi che l’hanno suonata in omaggio alla sua storia, attualmente quella “originale” non è la migliore. Deris la reinterpreta su toni più adatti alla sua ugola: il risultato è apprezzabile e apprezzato, ma non da chiuderci il concerto. E il gruppo lo sa bene. Dopo il mid-tempo, buono ma nulla di più, “Hell was made in Heaven”, definito da Deris “una delle mie canzoni preferite” (non ci credo più di tanto), è la volta di un altro capolavoro del metal: “Keeper of the Seven Keys”. Cantata egregiamente, interpretata in modo vivo anche da chitarristi e basso, che sembrano quasi danzare sul palco in certi momenti. Versione Sao Paulo o Sofia? Ma anche tutte e due! Permettetemi solo un omaggio al pubblico brasiliano: col nostro italiano e quello tedesco, il migliore del mondo! Sono solo quattro canzoni, ma insieme fanno già quasi tre quarti d’ora di musica… Volano, con una velocità impressionante! “A tale that wasn’t right” è la prima e unica ballad del lotto, ma la scelta è perfetta e l’esecuzione a prova di lacrime.

Ecco il canonico “Drum Solo”, dalla durata di ben nove minuti! Detto così, sembra che non debbano mai passare, ma il montaggio tra le tre location è davvero avvincente: la sfida bulgara con la “batteria portatile” si alterna con i funambolismi di Sao Paulo, che in un crescendo di intensità, passando anche attraverso interessanti ritmiche latino-americane, conduce al gran finale di Kawasaki-Tokyo. “Mr. Torture”, forse la miglior canzone di “The Dark Ride”, riapre le danze, seguita da “If I could fly”, forse il momento più depresso del dvd. A tirare su il morale ci pensa Sascha con i suoi assoli, di nuovo in alternanza tra le postazioni, e di nuovo con una divertente sfida contro una minichitarra giocattolo. Ovviamente, la vince lui!

E’ il momento di due brani datati, ma indimenticabili: “Power” e “Future World”. I fantasmi di Kai Hansen e Kiske aleggiano nell’aria, ma a Sao Paulo ci si diverte. E a far divertire, sono questi Helloween. Nella presentazione dei membri della band scorrono altri dieci, piacevolissimi minuti. Subito dopo, ecco il basso incalzare nelle note di “The Invisibile Man”. Lo scontro con le due precedenti potrebbe parere stridente, ma non lo è affatto. La canzone, un po’ snobbata dal pubblico, come da certa critica, è ben suonata, melodica e avvincente. Uno dei pezzi migliori dell’ultimo album sicuramente. Gli manca la storia, certo, ma per quella c’è tempo. Saluti al pubblico, applausi e piccolo inchino.

Ma ovviamente, non può finire così… Eccoci ai bis: le inconfondibili quattro note di chitarra, volgarotte e di dubbio gusto, ci fanno immediatamente capire che siamo di fronte al nuovo tormentone delle zucche: “Mrs. God”. E’ un vero e proprio boato che scuote Sao Paulo! Lo sanno tutti, pubblico mondiale ed Helloween compresi, che la canzone non è altro che… un’emerita boiata! Ma è per questo che piace: anche le boiate, bisogna saperle fare con stile! Basta sapere che lo sono! E proprio perché lo sanno, gli Helloween che cantano Mrs. God sono già un’istituzione. Ci si può scommettere: tra dieci anni “The Invisibile Man” sarà già dimenticata, mentre peggiore canzone degli Helloween rimarrà come una nota stonata in una produzione esemplare, ma irrinunciabile. Ormai siamo alla fine: “I want out” e “Dr. Stein” chiudono il sipario, indimenticabili perle dei tempi che furono.

I confronti e i ricordi non si possono evitare quando si parla di Helloween. Questa è la sorte del loro marchio, li perseguiterà per sempre. Anche i più nostalgici e scettici non possono comunque non accorgersi che questo dvd è un prodotto di qualità, e che questi musicisti sono ancora tra i migliori che la scena power metal possa presentare. Lo stile c’è, la voglia e la qualità pure. Non resta che attendere con ansia il prossimo album.

Tracklist:
Disc 1
1. Intro (Sao Paulo)
2. The King For A 1000 Years (Sao Paulo)
3. Eagle Fly Free (Sao Paulo)
4. Hell Was Made In Heaven (Sao Paulo)
5. Keeper Of The Seven Keys (Sao Paulo – alternative view Sofia)
6. A Tale That Wasn’t Right (Sao Paulo – alternative view Sofia)
7. Drum Solo (Edit from Sao Paulo, Sofia and Tokyo)
8. Mr. Torture (Sao Paulo – alternative view Tokyo)
9. If I Could Fly (Sao Paulo)
10. Guitar Solo (Edit from Sao Paulo, Sofia and Tokyo)
11. Power (Sao Paulo)
12. Future World (Sao Paulo)
13. The Invisible Man (Sao Paulo)
14. Mrs. God (Sao Paulo)
15. I Want Out (Sao Paulo – alternative view Sofia)
16. Dr. Stein (Sao Paulo – alternative view Tokyo)
17. Outro (Sao Paulo)
Disc 2
1. Occasion Avenue (Tokyo)
2. Halloween (Masters Of Rock, Vicovice CZ)
3. Roadmovie
4. Interviews
5. Mrs. God (Video Clip)
6. Light The Universe (Video Clip)

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