Recensione: Live you to Death
Per scoprire i Vicious Rumors non serve di sicuro un album dal vivo. Il combo californiano ha contribuito a scrivere le tavole della legge del Metallo made in USA insieme con Metal Church, Helstar, Armored Saint, Malice e compagnia martellante. Della formazione che incise il seminale Soldiers Of The Night nel 1985 sono rimasti il solo chitarrista Geoff Thorpe e il drummer Larry Howe, uno dei personaggi più simpatici e dissacranti del music-biz, assente sul solo Sadistic Symphony del 2001. Il singer Carl Albert, quello che impresse a fuoco il trademark dei ‘Rumors nel successivo Digital Dictators, poi in Vicious Rumors, Welcome to the Ball e Word of Mouth se ne è purtroppo andato nel 1995, a causa di un incidente automobilistico. Da allora la band statunitense ha alternato altri performer dietro il microfono, con alterne fortune: lo stesso Thorpe, poi Brian O’Connor, Morgan Thorn, James Rivera e Ronnie Stixx.
Dall’ultimo album in studio, Razorback Killers del 2011, Brian Allen è colui che si occupa delle parti vocali. Cantante dalla voce acciaiosa e sufficientemente acida, al Nostro va riconosciuto il coraggio di subentrare, nell’immaginario dei metal kid, all’ugola d’oro di Carl Albert, uno difficilmente rimpiazzabile. D’altronde i Vicious Rumors 2012 sono questi, prendere o lasciare! E’ sicuramente meglio averci ancora a che fare che piangere sul latte versato continuando a inneggiare a un passato che non tornerà mai più. Geoff Thorpe, Larry Howe e soci ci sanno ancora fare e sono peraltro presentabilissimi, a differenza di alcuni altri act che continuano a calcare i palchi in maniera patetica. Quindi perché non dare un chance a un band che si è fatta il mazzo e che continua a farselo ancora grazie a sacrifici degni di teen-ager agli inizi?
Novantadue date dal vivo in dodici mesi basterebbero per zittire anche i più scettici, ma i Vicious Rumors vanno oltre: sfornano un album dal vivo fresco fresco alla faccia di tutti quelli che nutrono ancora dei dubbi su di loro e non alzano il pesante deretano per vederli on stage quando passano dalle nostre parti – sottoscritto compreso, purtroppo, per ferie in altri lidi in quel periodo – nei riguardi del concerto tenuto presso il Blue Rose Saloon di Bresso (Mi) lo scorso 31 agosto.
Live you to Death, questo il titolo del disco, quadrato come pochi ultimamente: nove schegge di Acciaio made in USA senza ma e senza se registrate durante il tour con gli Hammerfall del 2011 dalla resa alle casse roboante, come ci si aspetterebbe. Brian Allen tira quanto può e gliene va dato atto, il resto della band macina mazzate su mazzate e tonnellate di riff, impossibile arrivare alla fine senza scapocciare selvaggiamente.
Bizzarra la scelta di includere due cover registrate in studio a chiusura dell’album – Sign Of The Southern Cross dei Black Sabbath e Running Wild dei Judas Priest – quando un gruppo come i Vicious Rumors avrebbe tranquillamente potuto licenziare un doppio disco dal vivo pregno di brani vincenti. Se in occasione della prima traccia i Nostri forniscono una prova potentissima e assolutamente degna, con Brian Allen addirittura sorprendente per profondità espressiva, riuscendo a destare antichi brividi targati 1981 – album Mob Rules, Ronnie James Dio alla voce – altrettanto non si può dire per Running Wild, copia sbiadita dell’originale. Lo stesso Geoff Thorpe dà questa spiegazione riguardo l’inserimento della coppia di brani: “We wanted to do a few covers of our metal gods Sabbath and Priest as a tribute to where it all started“, con buona pace di tutti…
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
01. Replicant / Digital Dictator
02. Minute To Kill
03. Murderball
04. Lady Took A Chance ( intro ) / Down To The Temple
05. Abandoned
06. Let The Garden Burn
07. Hellraiser
08. Soldiers Of The Night
09. Don’t Wait For Me
10. Sign Of The Southern Cross (cover-version Black Sabbath)
11. Running Wild (cover-version Judas Priest)
Track 1-9: recorded live on the HammerFall-Tour autumn/winter 2011
Line-up:
Brian Allen – vocals
Geoff Thorpe – guitars
Thaen Rasmussen – guitars
Stephen Goodwin – bass
Larry Howe – drums
Running time: 56 min