Recensione: Live You To Death 2 – American Punishment

Di Vittorio Cafiero - 10 Luglio 2014 - 23:15
Live You To Death 2 – American Punishment
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
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75

Dopo quasi trentacinque anni di carriera, gli indomiti Vicious Rumors tornano nuovamente sugli scaffali con Live You To Death 2 – American Punishment, il loro quarto lavoro dal vivo (se si considera anche il bootleg ufficiale A Tribute To Carl Albert), che va a bissare la prima parte uscita soltanto due anni fa; intervallo di tempo breve, quindi, ma tanti cambiamenti, come oramai nella tradizione della band californiana: stavolta alla seconda chitarra c’è Bob Capka, già ospite su alcune tracce del precedente Electric Punishment, al basso il giovane sloveno Tilen Hudrap e, soprattutto, l’altrettanto giovane olandese Nick Holleman alla voce, reclutato improvvisamente e contestualmente alla dipartita del pittoresco (più che talentuoso) Brian Allen, “sopravvissuto” tra le fila del combo di Santa Rosa per ben due dischi in studio e un live.  

Molto onestamente, chi scrive aveva reagito con una certa freddezza alla notizia dell’uscita di un nuovo live, con una nuova formazione e a poco tempo di distanza dal precedente capitolo: il rischio di un lavoro ridondante e poco utile era certamente nell’aria. Eppure, il disco oggetto della presente analisi si presenta indubbiamente migliore rispetto a quello del 2012 e i motivi sono evidenti: un cantante più capace, una tracklist meno sacrificata e priva di cover e una maggiore cura in termini di suoni e resa. Non dimentichiamo, tra l’altro, che la prima parte di Live You To Death era stata catturata solo approfittando dell’attrezzatura di registrazione dal vivo presa in prestito agli Hammerfall durante il tour europeo in cui i Vicious Rumors facevano da spalla.

Opportuno spendere subito due parole per il nuovo acquisto Nick Holleman, carneade del metallo europeo underground, già in forza ad act quali Powerized e Methusalem: il nostro è dotato di un’ottima estensione vocale e molto probabilmente è il miglior singer che i Nostri abbiano avuto in formazione dai tempi della morte del compianto Carl Albert (ovviamente considerando un mostro quale James Rivera solo un ospite di lusso nella line-up dei Vicious Rumors). Holleman si muove con la dimestichezza di un veterano all’interno di una scaletta praticamente stellare e di certo non fa rimpiangere il predecessore. Pezzi come Digital Dictator e Towns Of Fire sembrano vivere una seconda giovinezza, interpretati a dovere, con la dovuta grinta e con un’evidente brillantezza. Il cd, registrato durante le date dell’ultimo tour americano, vede una band in palla che interpreta i pezzi più classici della propria discografia con perfezione chirurgica; gli album meno significativi del periodo post-Albert non vengono nemmeno presi in considerazione, solo l’ultimo disco in studio Electric Punishment viene rappresentato con due tracce: specialmente I Am The Gun, ottima per il suo tiro live, regge abbastanza bene il confronto con certi titoli oramai entrati nella storia dell’US Power Metal, tra i quali certamente vanno citati Don’t Wait For Me e World Church, veri e propri inni che trovano anch’essi la perfetta realizzazione nell’esibizione dal vivo. Fa piacere sentire poi pezzi che è raro ascoltare nella setlist live dei nostri: You Only Live Twice e Mastermind, meno celebri, estratti da quel capolavoro che porta il nome di Welcome To The Ball (forse il migliore album in assoluto della band), sono trascinanti come non mai e ci riportano indietro ai tempi di un lavoro che, se supportato opportunamente dalla Atlantic, avrebbe forse potuto avere maggiore successo commerciale.  

La band è affiatata nonostante suoni assieme da poco: probabilmente il merito è anche dei due veterani Geoff Thorpe e Larry Howe, capitani di lungo corso, che guidano la ciurma Vicious Rumors con il vigore di due ragazzi. Bravo anche il nuovo bassista, il misconosciuto Tilen Hudrap, con il suo strumento – finalmente giustizia per il basso! – che si sente a dovere e che sciorina fraseggi senza soluzione di continuità. L’ottima produzione aiuta, anche se, per dirla tutta, suonano un po’ naif i boati del pubblico stile anni ’80 tra un pezzo e l’altro; decisamente posticci, tra l’altro.

Una dozzina o poco più di pezzi da novanta, una band che suona per divertirsi e divertire, l’ottima sinergia  tra i componenti senior e junior: sono questi gli ingredienti di una formula vincente e il risultato è un live album tutto da ascoltare. Come sempre, nel caso dei Vicious Rumors, la speranza è che la formazione tenga, che continui a produrre uscite discografiche e a macinare chilometri on the road: questa Palla deve continuare a picchiare.  

Vittorio “Vittorio” Cafiero

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Genere:
Anno: 1994
85