Recensione: Locked And Loaded

Di Francesco Prussi - 13 Aprile 2003 - 0:00
Locked And Loaded
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Anno: 2003
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85

Rientrano sulle scene i Molly Hatchet una delle band seminali del Southern rock Americano. Lo fanno nel migliore dei modi con un doppio e adrenalico live album registrato durante il Wacken Open Air Festival del 2001. Dal 1978 i Molly Hatchet continuano imperterriti a portare in giro per il mondo il loro rock’n’roll, fatto di sudore, riff affilati come rasoi e tanta passione verso questo genere che, anche se considerato morto, non tramonterà mai. Rispetto ad altre band del genere i Molly hanno sempre utilizzato chitarroni più heavy e roboanti, ma senza per questo dimenticare le chitarre slide, armonica e piano honky-tonky in pieno rock’n’roll style. Nel corso della loro lunga carriera il gruppo ha avuto tanti problemi di line-up, tanto che nessun elemento della formazione originale fa parte dell’attuale ciurmaglia di rock’n’rollers, ma la musica non ne ha minimamente risentito ed è rimasta sempre quella, più incazzata e truce che mai. Non fa eccezione questo disco pregno di chitarre distorte, ritmi blues e assoli di chitarra a non finire; una sezione ritmica micidiale e la voce roca di Phil Cormack rendono il lavoro degno di figurare tra i classici del gruppo. Mitiche le copertine con il guerriero a troneggiare sulla cover in pose guerresche, come ad affermare che i Molly sono sempre quelli pronti a riversare duri riff su chiunque affermi che il rock’n’roll è morto.Inserendo il dischetto nel lettore, partono i Carmina Burana (O Fortuna) che introducono il selvaggio e micidiale Heavy-Boogie di Whiskey Man, le mie coronarie cominciano già a sussultare. Heart Of The USA fila via come un treno. Segue Gator Country che risale agli esordi del gruppo ma che non ha perso niente della grinta originale. La bellissima Tatanka col suo incedere hardeggiante è molto coinvolgente. E’ la volta di Down From The Mountain, dal ritornello irresistibile e la slide che lavora a pieno ritmo dona al brano il giusto tocco di blues; adrenalinica è anche la seguente Betain The Odds swingata al punto giusto. Altrettanto irresistibile è Missisipi Moon Doc, con inizio affidato a slide e armonica che ti trasportano direttamente sul delta: assolutamente da sballo il refrain che è in grado di coinvolgere anche un sordo. Seguono Miss Saturday Night potente e coinvolgente, mentre un pianoforte prelude all’hard-rock cadenzato di Edge Of Sundown. Chiude il primo cd la versione di un classico degli Allman Brothers ovverosia Dreams I’ll Never See, resa alla grande ed introdotta dall’hammond e pianoforte di John Galvin coadiuvato da Bobby Ingram alla chitarra, lanciandosi così in un pregevole duetto chitarra-tastiere.Il secondo cd non è da meno del primo, Bounty Hunter apre le danze con un roboante e trascinante heavy-boogie ed un bel solo di chitarra; Dead and Gone col suo incedere blueseggiante e gli interventi di slide ed armonica fanno di questo brano un must. Segue White Lightning, un rock’n’roll da sballo sorretto da un pianoforte honky-tonky in una versione davvero coinvolgente ed in cui il sottoscritto rischia il cardiopalma. Dopo tanta furia rock, arriva il mid tempo della bellissima Fall Of The Peacemakers forse il capolavoro assoluto dei Molly ed in cui le chitarre fanno bella mostra di sé. L’inizio blueseggiante di Saddle Tramp ci riporta nelle assolate pianure americane: pezzo molto sognante nei suoi nove minuti di durata. Gypsy Trail è un hard’n’roll trascinante seguito dalla cover dei Rolling Stones Tumbling Dice. La song Why Won’t You Take Me Home con un coro da saloon prelude ai sette minuti di The Journey, pezzo dal tempo medio ma dal forte incedere hard con un crescendo elettrico da sballo nel finale (ascoltare per credere). Si giunge quasi alla fine con Devil’s Canyon una ballatona hard-blues, mentre con il micidiale rock’n’roll di Flirtin’With Disaster i Molly salutano il proprio pubblico dopo aver regalato loro una serata davvero indimenticabile (almeno per chi c’era). Grande dischetto che mostra un gruppo ancora in forma, desideroso di ribadire che sono ancora in grado di far sentire la propria voce nel nuovo millennio. Con i tempi che corrono un disco come questo può aiutare a distogliere la mente da tutto ciò che di negativo sta succedendo nel mondo, regalando due ore scarse di spensieratezza. Spero che supportino il disco con un nuovo tour toccando anche le nostre zone, perché farei carte false per vederli almeno una volta dal vivo. Grandi Molly Hatchet. Keep On Rockin Boys!

Franco Spruss

Tracklist:
CD 1 – Introduction/Whiskey Man/Heart of the U.S.A./Gator Country/Tatanka/Down from the Mountain/Beatin the Odds/Mississippi Moon Dog/Miss Saturday Night/Edge of Sundown/Dreams I’ll Never See

CD 2 – Bounty Hunter/Dead and Gone (the Redneck Song)/White Lightning/Fall of the Peacemakers/Saddle Tramp/Gypsy Trail/Tumbling Dice/Why Won’t You Take Me Home/The Journey/Devil’s Canyon/Flirtin’ with Disaster

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