Recensione: …Looking Back At Me
Ragazzi i Monkey Business, band dal nome a dir poco strampalato (tributo agli Skid Row? Probabile), vengono da Caserta e sono una delle tante promesse (e tra le poche realmente valide) che l’underground della mia regione, la Campania, offre.
La proposta della band è una sana hard’n heavy music di stampo totalmente “eighty oriented” con influenze di matrice prettamente targate Skid Row, Whitesnake e compagnia senza dimenticare una “spruzzata “di Ac/Dc sound d’ispirazione seventy.
Il disco è inaugurato da quello che forse si attesta ad essere subito il miglior brano dei tre qui presenti, ovvero One Of A Kind. La song, introdotta dal drumming dell’ottimo Yari Lanci, oltre alla decente produzione, mette subito in evidenza le ottime capacità prettamente tecniche del combo casertano. Il brano, dall’andamento inizialmente pacato, si evolve ben presto in tutta la sua carica di energia grazie ad un’ esplosione di frizzanti ed energici riff chitarristici sorretti da un ottimo ed imponente drumming, il muro sonoro scaturito dalla canzone, seppur ancorato a lidi prettamente Hard Rock oriented, è compatto e potente e la voce del singer Valerio Sciascia, di Bon “Scottiana” memoria, si adagia su una costruzione strumentale targata Ac/Dc, Skid Row.
E’ una buonissima song anche la seguente Waitin’ At The Crossroad, scandita da orecchiabili refrain ed ottimi chorus di sicura e rapida presa sul pubblico, l’assolo è a dir poco ottimo e mostra ancora una volta tutta la bravura e la perizia del chitarrista. Altra prova di buon gusto la successiva Kinda Love che, accompagnata inizialmente da dolci e delicate melodie, si snoda ben presto in un roccioso brano dall’andamento catchy e travolgente portato in auge dai riff veloci e diretti scaturiti dal combo di chitarristi Miele/Crocetta a cui si associa una discreta prestazione, qui come nel resto del disco, del bassista Attilio Barbato.
La proposta dei Monkey Business è assai valida, le influenze sono quelle “giuste”, Hard Rock music melodico, graffiante e totalmente eighty oriented. Certo è che una musica del genere necessita di una produzione un pò più all’altezza. I riff granitici e ruvidi al punto giusto hanno bisogno comunque di una produzione più cromata e di classe che permetterà risultati ancor più notevoli, ma sono sicuro che queste piccole mancanze produttive saranno sopperite in futuro dalla band. La tecnica dei musicisti c’è tutta, il singer è dotato di una buona voce e di un’ottimo feeling con la musica suonata e, lavorando ancor di più in una direzione devota ad un’Hard’Heavy music di matrice “eighty”, si otterranno risultati ancor migliori. Insomma ragazzi, vedrei molto bene il combo casertano cimentarsi in un Heavy Metal di classe targato addirittura Dokken o Stryper, mitici gruppi a cui i nostrani Monkey Business potrebbero attingere tantissimo in futuro!
Vincenzo Ferrara
Per contatti: monkeybusiness@email.it