Recensione: Looking Back to the Future
Ci sono personaggi, nell’empireo HM, che nel tempo assumono lo status di rappresentanti di un modo d’essere. Talvolta questo processo si innesca senza che venga accompagnato da prestazioni al top piuttosto che qualsivoglia altro a livelli clamorosi. Fra i tanti, associati all’heavy metal, compare anche Tony “Demolition Man” Dolan, cinquantenne proveniente da Newcastle, bassista nonché cantante, fondatore degli speed-killer Atomkraft, nel 1979.
Conosciuto da molti metallari per l’esordio ufficiale degli stessi Atomkraft avvenuto nel 1985, con l’album Future Warriors, sotto l’egida della Neat Records, per qualche tempo si godette le luci della ribalta per via della Sua convocazione nei Venom del transfugo Conrad Lant in arte Cronos, fra il 1989 e il 1992. Periodo intenso, quello, segnato da tre album: Prime Evil, Temples of Ice e The Waste Lands.
Nonostante la Sua onesta permanenza all’interno delle file degli autori di Welcome to Hell e Black Metal e le successive frequentazioni nel combo di Mantas, il buon Dolan è rimasto per tutti l’Atomkraft per antonomasia, soprattutto, dalle nostre parti, dopo l’indimenticabile calata del 1985, ove misero a ferro e fuoco le lande tricolori aprendo per due bulldozer chiamati Exodus e, guarda un po’, Venom, in chiara veste di headliner dell’One Heavy Day.
A santificare gli Atomkraft da una prospettiva differente rispetto al consueto ci pensa l’italianissima Minotauro Records, tramite un triplo digipak confezionato con la solita cura: oltre ai Cd, è presente un poster 24×24 cm riproducente la copertina del disco, la riproposizione di un antico articolo riguardante la band e due facciate che ne ripercorrono la storia a cura di John Tucker, già conosciuto dai lettori di questi schermi in occasione della biografia di Biff Byford dei Saxon e per il volume riguardante la Nwobhm ititolato Suzie Smiled.
Il dischetto numero uno raggruppa vari demo appartenenti a un lasso di tempo che va dal 1980 al 1988, il secondo si compone ancora di tre demo (1985, 1993 e 2001) più due estratti dal vivo. La dimensione on stage è a completo appannaggio del terzo Cd, che vede riproposte quattro canzoni suonate in Polonia nel 1988 insieme con altre undici raggruppate sotto il Live in Holland 2005.
Come è inevitabile che avvenga, in operazioni siffatte l’omogeneità va letteralmente a farsi benedire: si passa da registrazioni che definire amatoriali pare realmente eufemistico ad altre ove l’ascolto è decisamente meno ostico. Accanto a classiconi come Total Metal e Future Warriors vi sono i pezzi che hanno segnato l’evoluzione del suono degli Atomkraft verso lidi non appartenenti alle vere radici del combo di Newcastle, e si sente eccome!
In definitiva Looking Back To The Future si rivela una raccolta coraggiosa, che probabilmente i die hard ultras di Demolition Man&Co. non si lasceranno sfuggire. Viceversa, il percorso si presenta un poco più in salita per tutti gli altri…
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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