Recensione: Loopology
Loopology è il primo demo degli Eversor, band
trentina formatasi nel 2001. Sette tracce che hanno dovuto attendere vari cambi
di formazione e di stile per venire alla luce.
Nel comporre queste canzoni il gruppo essersi evidentemente
ricordato di tutte le influenze avute in passato, proponendo un lavoro
incentrato su un ibrido death/black con qualche concessione al thrash metal.
Infatti la definizione di “extreme metal” che questi ragazzi
attribuiscono alla propria musica racchiude bene cosa si può trovare in questo
dischetto. Le canzoni sono tutte dirette, con un buon equilibrio fra le varie
parti dei brani e sufficientemente coinvolgenti sin dal primo ascolto.
Il demo inizia con un’ intro dall’andamento oscuro e
cadenzato che aiuta ad immergersi nelle oscure trame del disco. Segue poi la
prima vera traccia “No Human Being Left” in cui le influenze thrash alla
Venom e Celtic Frost affiorano all’orecchio non tanto per la
potenza sprigionata, ma quanto per la produzione zanzarosa e l’aurea oscura dei
riff portanti della canzone. Dopo una cover dei Death (Evil Dead,
estratta dal lontano Scream Bloody Gore) ben eseguita, seguono le canzoni
migliori del demo. Nihil/Nothing e Necro Breakfast sono
composizioni che esprimono al meglio le potenzialità del gruppo. Un incrocio tra
death e black metal a tratti davvero feroce, in cui i momenti più veloci sono
intervallati da stacchi più compassati, pregevoli arpeggi e parti solistiche
sono ben confezionate in due canzoni che fanno ben sperare per il futuro
musicale di questi musicisti. A chiudere il disco vi è la settima Cancerous
dove synth e tastiere, unite ad una voce pulita creano atmosfere davvero
pregevoli.
Un buon lavoro insomma, in cui gli Eversor hanno
dimostrato buone qualità sia dal punto di vista tecnico che compositivo. Di
certo non ha giocato a loro favore una produzione approssimativa, in cui
l’effetto “cantina” è a volte preponderante. Non è facile muoversi a cavallo tra
death e black, territorio musicale in cui gruppi ben più famosi non sempre
raggiungono risultati soddisfacenti, ma questi ragazzi non devono fare altro che
convincersi nei propri mezzi e cercare di trovare un’identità musicale più
definita. Le qualità ci sono tutte, il difficile è esprimerle al meglio.