Recensione: Loose ‘N Lethal

Di Stefano Gardini - 17 Gennaio 2011 - 0:00
Loose ‘N Lethal
Band: Savage
Etichetta:
Genere:
Anno: 1983
Nazione:
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84

Inghilterra: seconda metà degli anni Settanta. La furia modaiola del movimento Punk, rumoroso e diretto, è riuscita a spazzare via quasi del tutto le sonorità create da Black Sabbath, Led Zeppelin, Deep Purple e Judas Priest. Ma molti ragazzi con i capelli lunghi, che passano ore ed ore ad esercitarsi a suonare nei garage, non ci stanno: loro si identificano con quei suoni “metallici”, con quei riff possenti e con quegli assoli spettacolari. Inizia così, nei sottoscala e nei pub inglesi, senza che ci fossero di mezzo case discografiche di sorta, uno dei movimenti musicali più importanti di sempre: la New Wave Of British Heavy Metal.

Questa corrente, di cui tutt’ora se ne valuta l’enorme importanza, fu favorita da tre fattori: il successo commerciale (numero 14 della classifica inglese) del singolo dei Judas Priest “Take On The World” nel 1979, il definitivo scioglimento (sempre nel 1979) dei Sex Pistols, eroi del movimento Punk, la nascita e il proliferare delle etichette indipendenti su cui molte band dell’epoca poterono contare per arrivare all’incisione del debutto e, a volte, anche per fare il salto di qualità verso una major.

Questo non significa che il Punk non abbia per niente influenzato la nuova ondata di “metallo britannico”, tutt’altro: i Motorhead ne sono l’esempio più evidente, ma non solo: l’abitudine del “pogo” durante i concerti e, appunto, il sostegno delle etichette indipendenti sono anch’essi frutto dell’eredità del Punk.

Quello che più conta, è che era stato codificato il DNA dell’heavy metal: da allora in avanti, le HM band non avevano più bisogno di usare evidenti influenze Blues nei loro brani, come era successo in precedenza, perchè adesso, come base da cui partire, avevano a disposizione il bagaglio di idee nuove apportate dalla N.W.O.B.H.M.

Formatisi nel 1976 i Savage, come molti altri loro colleghi, presero in pieno volto l’ondata Punk e tutte le difficoltà che derivavano dal voler appartenere ad una proposta nettamente in controtendenza; le cose cambiarono nel 1980 quando la pubblicazione della raccolta “Metal For Muthas” contribuì  definitivamente ad attirare l’attenzione dei media intorno alla nuova realtà emergente.

La prima apparizione su vinile del quartetto del Nottinghamshire risale al 1981, nella compilation “Scene Of The Crime” con i brani “Dirty Money” e “Let It Loose” dove quest’ultimo fu coverizzato, nel loro demo del 1982, dagli allora sconosciuti Metallica, uno dei tanti gruppi americani che attingevano a piene mani dalle fresche e originali sonorità partorite dal Regno Unito.

Solo nel 1983 grazie ad una etichetta indipendente, la Ebony, i Nostri riescono a pubblicare il loro LP di esordio: “Loose’n Lethal”: Otto tracce risalenti alla fine degli anni settanta, otto schegge di metallo puro, grezzo e integro fino al midollo; una motosega che taglia una lastra di ferro, così si può definire questo disco; chitarre affilate di cui il cantato rappresenta il diretto prolungamento; si passa dalla già citata e sfrontata “Let It Loose” alla più impegnata “Berlin” (inevitabilmente ogni volta che ascolto il suo attacco, mi viene in mente il riff di “Rockin’ In The Free World” di Neil Young, provare per credere…), dalla quadrata “Cry Wolf” all’ arrembante “The China Run”. Ogni canzone, con il suo riffing e la sua melodia, è una nitida fotografia di quello che erano i sogni e i desideri di quei ragazzi inglesi di trent’anni fa.

Purtroppo, gli attuali supporti ottici non riescono neppure lontanamente a trasudare la stessa energia, quasi commovente, che fuoriesce dai solchi del vinile che ho sempre considerato, a partire dalla copertina, il “Painkiller” degli anni ottanta.

Stefano “Fulcanelli” Gardini
 


Tracklist:
1 – Let It Loose 3:20
2 – Cry Wolf 4:38
3 – Berlin 4:52
4 – Dirty Money 4:47
5 – Ain’t No Fit Place 5:42
6 – On The Rocks 3:56
7 – The China Run 4:12
8 – White Hot 3:50

Durata: 36 min. ca.

Line-up:
Chris Bradley: bass guitar, lead vocals
Andy Dawson: lead guitars, vocals
Wayne Renshaw: guitars
Mark Brown: drums

 

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