Recensione: Lord Of Mercy
Esordio su full length, seppur in regime di autoproduzione, per i milanesi The Silence, ensemble già uscito sul mercato nel 2001 e nel 2004 con i demo Full Of Silence e Call My Name. Evidentemente i cambi di line-up non hanno minato la determinazione di Alessandro Schettino e soci: Lord Of Mercy possiede tutte le credenziali per poter essere considerato un disco “vero”, a partire dall’artwork fino ad arrivare alla resa sonora. Constatare che una band di questa portata, da anni sulle scene e sui palchi – talvolta con personaggi non propriamente metallici -, non riesca a trovare un’etichetta disposta a far uscire un lavoro di undici tracce è l’ulteriore segno che ormai il mercato nazionale sia entrato in una fase agonizzante e non più passeggera.
Way Of Silence inganna per via della doppia cassa scandinava incessantemente Power posta all’inizio, poi invece si sviluppa secondo gli stilemi dell’HM tricolore che fa delle chitarre le vere protagoniste di un brano che, a tratti, ricorda i grandi Sabotage dei Caroli Bros. Sempre asce bene in evidenza nella title track, debitrice assoluta dei tedeschi Running Wild, pezzo che invero avrebbe meritato un po’ di cattiveria in più, che peraltro fuoriesce copiosa nella graffiante e americana Night Singer. Witch, la traccia successiva, si impone grazie a delle linee melodiche accattivanti e gode di un crescendo degno dei migliori Scorpions d’annata, in Raining My Eyes i The Silence giocano a fare l’Hair Band come ai bei tempi in quel di Los Angeles. Finale con il piano da pelle d’oca: Cinderella docet.
Il lato epico dell’heavy metal viene tributato nella solenne In Thy Embrace, Divine Hunger riecheggia gli Stratovarius, Terra Libera è un esercizio strumentale dove le chitarre svolazzano ogni dove. Wings Of Destiny risulta davvero troppo scolastica per lasciare traccia ma i meneghini si riprendono alla grande con la ballad Keep The Flame Alive che, seppur dall’impianto classico e simile ad altre centinaia riesce a suscitare i brividi previsti, che è poi quello che conta davvero. Chiusura affidata alle bordate HM di Words Full of Silence, figlia del verbo impartito dagli Iron Maiden per quanto attiene la struttura e del Glam Metal multicolore per via dei cori.
Lord Of Mercy suona fresco, frizzante e molto variegato: in pratica abbraccia un po’ tutte le branchie del metallo ortodosso riuscendo a mantenere una linea d’azione unitaria che rappresenta la vera forza del disco. I The Silence non inventano niente, sia chiaro, ma quello che fanno lo propongono con il piglio dei veterani, evitando di cadere nei classici trabocchetti legati all’inesperienza. E non è poco.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
01. Way of Silence
02. Lord of Mercy
03. Night Singer
04. Witch
05. Raining My Eyes
06. In Thy Embrace
07. Divine Hunger
08. Terra libera
09. Wings of Destiny
10. Keep the Flame Alive
11. Words Full of Silence
Line-up:
Alessandro Schettino: vocals, guitars
Fabio Cavestro: guitars
Overteo: bass
Rullo: drums