Recensione: Lord of the sky

Di blindefender - 2 Agosto 2002 - 0:00
Lord of the sky
Band: Heimdall
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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79

…Lord of the sky, opera prima degli italiani Heimdall, è un ottimo esempio di power metal, niente contaminazioni sinfoniche sulla scia di Rhapsody e Labyrinth, solo metallo teutonico sulla scia di Blind Guardian e Running Wild.

L’ album è un concept basato sulle antiche leggende nordiche, amori e battaglie, eroi e malvagi, nelle lande desolate di cui padrone è il gelo e dio è Odino. Atmosfere fantasy quindi, rese benissimo dalla musica composta dai cinque musicisti campani, con potente uso delle chitarre e privi della “leggerezza” partorita dalle band italiane più vendute attualmente.

L’album inizia con un epico intro, nel quale viene narrato una sorta di proemio dell’intera storia, intitolato Galvor, che introduce la prima vera song, Canticle of Heimdall, con un avvincente pre-chorus ricco d’atmosfera che poi sfocia in un potente coro a due voci che si sovrappongono. Devastante la terza song, Lord of the sky veloce ed epica supportata da un epicissimo coro facilmente assimilabile. Uno dei pezzi migliori dell’album. Non male anche Bifrost canzone lenta e cadenzata con un buon chorus, e comunque non è uno dei pezzi migliori. Buona song anche The island of ancient stone, risollevata soprattutto dall’ottimo chorus che sprizza potenza da ogni nota. Fiacca invece la pseudo-ballad Under the silent moon, scialba e lenta nel suo vano tentativo di dare emozione. Forse il pezzo peggiore dell’album. Poi qui l’ album si divide. Infatti è appena finita la prima parte, denominata Prologue, di cui facevano parte queste 5 canzoni più l’intro. Ora inizia The Dark Age, seconda parte di questo ambizioso concept. Le 4 canzoni più l’outro che lo compongono hanno un sapore più oscuro ed epico rispetto alla prima parte, e sono più avvincenti anche per quanto riguarda i testi. Si comincia con Fall of the bridge song oscura e devastante. Grande epicità si trova nella successiva Warriors of many ages past, dedita ad evocare le anime dei guerrieri morti nei secoli precedenti…e ci riesce benissimo!!! Song finale della battaglia è The challenge degna conclusione dell’album. Alla fine spazio per Sunset canzone lenta e triste che va a concludere l album prima dell’outro strumentale finale.

In conclusione un ottimo esempio di come si possa fare power metal senza bisogno di maestose partiture sinfoniche e voce pulitissima. L’idea del concept e l’atmosfera in buona parte epica dell’album attirerà(sono convinto) anche tanti fan dei Rhapsody, che forse capiranno che l’epic metal è anche, anzi soprattutto, questo e che non serve per forza una grande tecnica per fare buona musica, ma solo impegno, volontà e un cuore di metallo.

I nostri da pochi giorni sono giunti alla pubblicazione del terzo album, dove vi è stato il cambio del cantante, con atmosfere un pò più oscure. Comunque se vi piacciono gli Heimdall questo loro debut non deve mancare nella vostra collezione, così come il secondo e successivo The temple of Theil

Tracklist

Parte 1: Prologue

1)Galvor
2)Canticle of Heimdall
3)Lord of the sky
4)Bifrost
5)The island of the ancient stone
6)Under the silent moon

Parte 2: Dark Age

7)Fall of the bridge
8)Warriors of many ages past
9)The challenge
10)Sunset
11)Epilogue

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