Recensione: Lords of mercy
I romani Doomraiser, band formata da Cynar (voce), Valerio (chitarra), Drugo (chitarra), Bj (basso) e Pinna (batteria), ci propongono questo demo intitolato “Lords of mercy”, registrato alla fine del 2005 agli Elefante Bianco Studios di Roma.
Come ben si può evincere dal nome della band, i quintetto suona un doom metal vecchio stile che riprende in tutto e per tutto il cliché del genere. Fin dalle prime note di “The age of Christ” si può capire che la band è dedita al doom più lento che possa esistere con alcune sfumature che prendono spunto dal southern più cupo e marcio. La voce di Cynar è particolarmente cantilenante ed accompagnata da riff di chitarra granitici e claustrofobici che riescono a far mancare il fiato all’ascoltatore; chiara in quest’occasione è l’ispirazione presa da band più blasonate nel genere come i Saint Vitus di cui seguono pedissequamente le orme, in maniera non molto originale ma lo stesso convincente.
Sale decisamente il ritmo con “The old man to the child” in cui momenti maggiormente energici si alternano a parti più tranquille e riflessive. In questo caso si può notare una notevole somiglianza con il sound dei Danzig soprattutto per quel che concerne la linea vocale che riesce ad essere particolarmente calda ed affascinante.
“Doomraiser” è probabilmente senza dubbio il brano più particolare di tutto il demo a causa dei suoni di chitarra molto seventies e ad una voce carichissima di effetti che ricorda molto da vicino quella del cantante dei Jane’s Addiction, mantenendo però sempre una certa personalità. La sezione ritmica risulta essere invece maggiormente incisiva e convincente rispetto agli altri brani dando così quel tocco di energia che di certo non guasta nemmeno in un genere come il doom.
Questo “Lords of mercy” è un buon lavoro di un genere poco seguito e conosciuto in Italia; i nostri rivolgono le loro note ad una nicchia di ascoltatori molto ristretta, ovvero a coloro che amano alla follia il doom metal più cupo e monotono. Diciamo che tutti i cinque brani presenti all’interno del cd sono, senza ombra di dubbio, ben strutturati e suonati, ma presentano un difetto in cui non è difficile cadere quando si suona questo genere: l’eccessiva durata e monotonia delle canzoni potrebbe facilmente portare noia alle orecchie dell’ascoltatore che fa fatica ad arrivare al termine degli interminabili 57 minuti del platter.
TRACKLIST
1. The age of Christ
2. The old man to the child
3. Doomraiser
4. Metamorphosis
5. Doomalcoholocaust
