Recensione: Losing Gravity
Giunti dalle gelide lande finlandesi e subito affidati alle sapienti cure della nostrana Frontiers Music, i giovani Block Buster (nati dal sodalizio artistico sigillato dai fratelli Aarni e Jaakko Metsäpelto), si preparano a scaldare gli animi di tutti gli appassionati del rock più melodico, sognante ed al contempo roccioso, attraverso le note del covincente “Losing Gravity” appena pubblicato.
Presentato da un artwork di buon impatto visivo, l’esordio dei Block Buster stupisce per la qualità compositiva proposta dal gruppo: il decollo è immediato, nella direzione migliore con l’adrenalinica “Out In The City”, la quale, con grande energia, mostra sin di primo acchito la grande abilità del quartetto nel confezionare soluzioni caratterizzate da un sound moderno ed allo stesso tempo
squisitamente anni ottanta.
Una sezione ritmica precisa e tagliente, è il perfetto sfondo alle magnetiche melodie vocali allestite dal bravo Aarni Metsäpelto, protagonista di un refrain orecchiabile e facile da memorizzare.
Con una sempre speciale attenzione alla componente melodica, il songwriting dei Block Buster non delude nemmeno nello sviluppo della seguente “Gone By The Morning”, ossessiva nei suoi riff ipnotici e gustosamente suggestiva nel suo ritornello semplice e diretto.
Joe Elliot e i suoi Def Leppard vengono poi elevati a massime divinità ispiratrici per le atmosfere infuocate della granitica “Flammable”, la quale fa il paio con la successiva “Back From The Shadows”, prima di cedere, a sua volta, il passo alle atmosfere più morbide e soffuse della bella title track, nella quale i nostri non disdegnano di volgere un timido sguardo di ammirazione a quanto fatto dai fratelli Noel e Liam Gallagher, con i loro Oasis, ai tempi del celebre “(What’s The Story) Morning Glory?” (1995).
La seguente “Sweet Mary Jane” riporta con fierezza il songwriting del combo finnico su sentieri più tipicamente rock, così come la successiva e movimentata “Somebody To Shock Me”: due episodi che consentono all’album di restare su livelli qualitativamente appaganti.
Sulla scia delle due tracce precedenti, “Walking Like A Dog” inaugura con successo l’ultima parte del disco che non smette di divertire neanche nella bella e spensierata “Move”, scelta inoltre come secondo singolo promozionale dell’opera.
La creatività dei Block Buster fluisce inesauribile: la suggestiva “Would You Do It Again”, regala un altro bel momento, prima che, sulle note della diretta “Bulletproof” (inclusa nell’album come Bonus Track), cali definitivamente il sipario su di un gran bell’esordio, confezionato ad arte, suonato in modo impeccabile e prodotto altrettanto bene.
I Block Buster, inutile spendere troppe parole, ci sono piaciuti parecchio.
E non ci sono dubbi: ecco un altro gruppo che, certamente, riuscirà a regalare ancora belle emozioni nel prossimo futuro.