Recensione: Lost Gone Wild

Di - 18 Agosto 2008 - 0:00
Lost Gone Wild
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Genere:
Anno: 2008
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67

Il quartetto bresciano dei Dogs’n’Bones costituisce la classica eccezione che conferma la regola all’interno del roster della My Graveyard Productions, label da sempre legata a produzioni rivolte a un pubblico defender senza macchia e senza paura. I Nostri tornano sul mercato due anni dopo il debutto Dirty F***in’ Loud: stessa label, stessa attitudine e stesso tipo di proposta, cioè un hard’n’roll stradaiolo sapientemente metallizzato, diretto discendente di sonorità provenienti dalla West Coast legate a band come Guns N’Roses, L.A. Guns e Faster Pussycat, senza dimenticare i finlandesi Hanoi Rocks. La produzione è totalmente affidata a una vecchia volpe dell’HM tricolore come il chitarrista Dario Mollo, già attivo nei primi anni Ottanta con i Suoi Crossbones e poi migrato verso diversi altri progetti come The Cage, Voodoo Hill ed Electric Zoo. Lost Gone Wild gode di una  copertina di ispirazione fumettistica in linea con il genere proposto, che fa la propria porca figura ma che sarebbe senza dubbio più efficace se la motociclista rappresentata fosse stata in carne e ossa.

La peculiarità di Manuel “Hellcat” Gatti e soci è l’uso tipicamente heavy metal della chitarra, come estrinsecato alla grande nell’opener Life Like Never Should Be, un ottimo biglietto da visita Made in Usa pregno di cori da stadio e ritmiche sostenute. Forever Wild lascia il passo a Gonna Get You, che come struttura ricorda i Motorhead più ariosi, fatto salvo per le voci effettate, ma è con Someday che il gusto ruffiano dei Nostri prende il sopravvento, grazie a un chorus che si stampa in testa al primo ascolto. Five Days riporta al R’n’R a cavallo degli anni Cinquanta/Sessanta, God Bless si salva solamente per il gran riff Nwobhm, Living Like A Rockstar è sfilacciata quanto basta e si recupera il giusto tiro con la massiccia Too Late To Hate. Ain’t A Bad Way To Live, Easy To Say Goodbye e Coming Home passano senza lasciar traccia ma è con l’implacabile Out is War che Lost Gone Wild coglie l’ultima impennata.                  

I Dogs’n’Bones suonano per divertirsi, senza menate di sorta e questo si sente alla grande, proprio come lo spirito originario del Rock’n’Roll prevede. Se poi la voce di Mauro “Seven” Maccarini non è ficcante come dovrebbe in alcuni passaggi e il songwriting a volte non faccia gridare al miracolo, poco importa. Certo che se i lombardi dovessero maggiormente curare i particolari ci sarebbero tutti i presupposti per poter sfrecciare idealmente in Harley sulla Tangenziale Sud di Brescia pensando di percorrere le Freeway che portano al Sunset Boulevard. 

  
Stefano “Steven Rich” Ricetti                   

Tracklist:
01. Life Like Never Should Be
02. Forever Wild
03. Gonna Get You
04. Someday
05. Five Days
06. God Bless
07. Living Like A Rock Star
08. Too Late To Hate
09. Ain’t A Bad Way To Live
10. Easy To Say Goodbye
11. Coming Home
12. Out Is War

Line-up:
Seven: Voce
Dr. Rock: Chitarra
Hellcat: Basso
Oldboy: Batteria

 

 

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