Recensione: Lost In Attraction
Nuova interessante proposta in campo AOR, è quella degli svedesi Union Mac, side project concepito da Kristoffer Lagerström, tastierista / cantante dei misconosciuti Spin Gallery, gruppo che qualche anno fa realizzò un ottimo disco, intitolato ‘Standing Tall’, per la ormai defunta Atenzia Records.
‘Lost In Attraction’, sua nuova creatura, è un album che ben si inserisce entro le coordinate tipiche dello scandi rock più rinomato ed elegante, dichiarandosi apertamente degno prosecutore della tradizione che esige in melodie cromate e suoni riccamente costruiti, i canoni su cui poggiare le proprie solide fondamenta.
In effetti i brani composti per l’occasione, appaiono più di una volta di buona fattura e notevolmente ben costruiti, dotati di un flavour che con limpidezza chiama in causa influenze dei cari vecchi anni ottanta senza tuttavia risultare mai troppo derivativo o somigliante ad altre proposte, merito questo, ascrivibile anche ad una produzione estremamente “moderna” e corposa, che ben poco affida alla nostalgia ed alla voglia di rimembrare antichi fasti.
I paragoni con Treat, TNT e, in misura meno appariscente, Europe, sono senza ombra di dubbio più che plausibili, tuttavia lo stile con cui i vari brani vengono posti all’attenzione degli ascoltatori non è affatto privo di carattere e gusto proprio, affidando alla semplice memoria le eventuali affinità e consentendo all’act nordico di non smarrirsi nel mare infinito di gruppi clone, abbondanti in ogni genere e settore musicale.
Buona personalità ed interessante livello qualitativo sono dunque le armi principali su cui
Lagerström ha puntato nel costruire il suo ritorno sulle scene; non mancano tuttavia alcune imperfezioni che limitano leggermente una valutazione finale altrimenti notevolissima.
Sfortunatamente infatti, è rilevabile una tendenza non troppo positiva e condivisibile, ad indugiare oltremodo sui ritornelli dei vari brani, ripetendoli un numero di volte forse esagerato, tanto da rendere talora gli episodi prolissi e meno dinamici di quanto potenzialmente possibile.
Le parti conclusive di canzoni come ‘Fake’, ‘Lost In Attraction’ e ‘Left To Need’, per citare qualche esempio, denotano con grande evidenza questo difetto, al punto da appesantire la resa di pezzi comunque ben strutturati e dal valore medio più che buono.
D’altro canto, il bell’incedere di tracce come la urgente ‘I Cant’ Believe’, le peculiarità della incalzante ‘Pain’ e la raffinata atmosfera di ‘Outside’, offrono il lato migliore della musica degli Union Mac, definendo con precisione la rilevante bravura messa in campo in sede di songwriting.
Inutile poi discorrere di produzione e qualità dei suoni, cosa del tutto superflua quando si è in un ambito come quello dell’AOR scandinavo, tradizionalmente avido di toni puliti e ben definiti, una sottolineatura va comunque fatta nei confronti della potenza dei bassi riscontrabili di tanto in tanto tra le pieghe dei vari brani, davvero profondi ed importanti al punto da ricordare le soluzioni preferite in ambito melodico dal grande producer Bob Marlette.
In buona sostanza, un platter realizzato da musicisti che con encomiabile coraggio hanno cercato di produrre un proprio stile personale ed “indipendente”, dando vita ad una serie di canzoni tutt’altro che malvagie, in grado di offrire qualche buon momento di rock adulto intriso di ottima classe e qualità.
Chi si definisce amante del genere dia un ascolto.
Tracklist:
01. Bring Me In
02. A Live
03. Lost In Attraction
04. I Am
05. Fake
06. Left To Need
07. I Can’t Believe
08. Marias Grace
09. Fading
10. Pain
11. Make Pretend
12. Outside
13. The Wale
Line Up:
Kristoffer Lagerström – Voce / Tastiere
Mikael Klevengård – Chitarre / Tastiere
Imre Daue – Batteria