Recensione: Love and Other Disasters
Arrivati al terzo disco i Sonic Syndicate si presentano qulle scene con questo Love and Other Disasters, un platter che, senza
mettere sul piatto nulla di speciale, li consacra come alcuni tra i migliori interpreti del Death Metal Melodico, nell’accezione meno
pesante del termine. Se infatti bands come gli Heaven Shall Burn si concentrano sul tiro e sull’aggressività e altre come i Dark
Tranquillity fanno proprie atmosfere oscure ed arrangiamenti complessi i sei olandesi ricercano più di ogni altra cosa il ritornello
cantabile, l’armonia aperta e quasi ariosa, insomma, una sonorità che potremmo dire quasi allegra e comunque sempre, assolutamente
melodica appunto.
Entrati precocemente sotto l’egida protettiva di Nuclear Blast records i nostri si giovano dell’interesse che la casa discografica ha
per il loro progetto e si ritrovano gente come Jonas Kjellgren (Scar Symmetry) e Roberto Laghi (In Flames) dietro la console a produrre
e mixare il loro disco. Il risultato c’è e si vede, con arrangiamenti di tastiera assolutamente azzeccati e suoni che più patinati non
si potrebbe, per un platter pronto ad entrare in qualsiasi mercato, anche quello meno avvezzo alle sonorità aggressive. Questa è infatti
la caratteristica predominante di Love and Other Disasters: canzoni facili e lineari dove i Sonic Syndicate non inseguono tanto la
ricerca di soluzioni originali o elaborate, ma piuttosto la melodia ascoltabile e quasi ruffiana dove il rapporto voce pulita/screaming
è nettamente a vantaggio della prima. Non c’è comunque da stupirsi: recentemente tantissime band hanno cominciato ad abbandonare la loro
vena arrabbiata per dare più spazio a quella dolce ed adatta a tutti. Hanno cominciato i Killswitch Engage, li hanno seguiti gli As I
Lay Dying e quest’anno sono arrivati anche gli In Flames, portando in europa una tendenza che, fino a che era rimasta negli Stati Uniti,
non aveva forse stupito nessuno.
Che dire dunque? Innanzi tutto che stiamo assistendo ad una sempre maggiore divaricazione delle sonorità all’interno del Death Metal,
una divaricazione che porta i gruppi melodici ad essere sempre più melodici e quelli aggressivi ad essere sempre più aggressivi. I Sonic
Syndicate interpretano alla perfezione questa tendenza e si buttano a capofitto nel suo primo ramo, sfornando dieci canzoni davvero
coinvolgenti che faranno la gioia di chi dal metal vuole trarre ascolti disimpegnati ed immediatamente soddisfacenti. Pezzi come Jack of
Diamonds, My Escape o Contradiction non possono non essere riconosciute come piccoli capolavori dove le idee belle ci sono e risiedono
proprio nelle linee vocali, nelle sequenze di accordi, insomma, nei mattoni basilari che costituiscono qualsiasi bella canzone. Poi
naturalmente qualcuno potrebbe anche essere contrariato da questa boyband del metallo e dal suo modo di suonare death, ma noi non siamo
qui a dare giudizi morali.
Discutetene anche sul forum nel topic relativo.
Tracklist:
1- Encaged
2- Hellgate: Worchester
3- Jack of Diamonds
4- My Escape
5- Fallout
6- Power Shift
7- Contradiction
8- Damage Control
9- Red Eyed Friend
10- Affliction
Bonus Tracks:
11- Ruin
12- Dead Planet