Recensione: Love eternal
I Last Embrace, band proveniente da Bologna, composta da Matteo Simoncini (voce), Alessandro Beretta (chitarra), Stefano Cocchi (tastiera), Domenico D’eugenio (basso) e Andrea Cavalieri (batteria) si forma nel 2000 con l’intento di comporre brani di dark metal con influenze gothic e qualche accenno verso la psichedelia anni ’80. La band ci propone questo “Love eternal”, un full-lenght autoprodotto abbastanza interessante che riesce a creare atmosfere cupe e darkeggianti che però risultano essere monotone con il passare dei minuti.
“Six, six, six (are ways to love)” e “Lost in the darkness” fanno della melodia il loro punto di forza grazie anche alla voce di Matteo, perfetta per il genere proposto dalla band. La linea vocale, infatti, non è mai monotona e riesce a variare da un sound che ricorda molto da vicino quello del cantante dei Type O Negative per poi passare verso intonazioni maggiormente pop che fanno il verso ai Depeche Mode o a Billy Idol mantenendo sempre una buona dose di personalità. Le tastiere riescono, grazie ad un tappeto musicale, a creare un’atmosfera surreale che diventa a tratti claustrofobica, trasmettendo all’ascoltatore una sensazione di disagio psicologico che culmina con i ritornelli di sicuro impatto grazie ad un’orecchiabilità notevole.
Il brano più ritmato di tutto il cd è senza dubbio “Your last embrace”, canzone che si avvicina maggiormente al metal pur mantenendo le caratteristiche dark della band; momenti cupi e riflessivi si alternano a parti in cui è la potenza a farla da padrona rendendo così vitale un brano che altrimenti potrebbe risultare troppo moscio alla maggioranza degli ascoltatori.
Con “The secret love” i Last Embrace pescano dai cliché dark triti e ritriti ai giorni nostri, utilizzando momenti caratterizzati da un dialogo tra voce e tastiera per poi crescere di ritmo in un’esplosione di energia davvero valida. In questo caso la linea vocale di Matteo ricorda molto da vicino quella di Robert Smith dei The Cure anche se non riesce sempre ad essere all’altezza della situazione risultando troppo melenso in alcuni frangenti.
Unico punto davvero buio di tutto il cd è “Feel the emptyness”, brano che non riesce a convincere nemmeno dopo un ripetuto ascolto; la canzone in questione è infatti scarsa di ritmo e personalità diventando così uno dei migliaia di lenti presenti nel panorama musicale; il suono della chitarra acustica stoppato alla “More than words” degli Estreme rende il tutto ancora meno piacevole e sicuramente poco accattivante.
Bella invece “Immortal love” che riesce a creare un’ottima atmosfera che sprizza tristezza e pathos da tutti i pori; peccato che, quando il ritmo diventa più incalzante, non riesce a suscitare troppo interesse diventando un brano ovvio con poca personalità. Ad aumentare questa pecca è Matteo, che in questo caso non riesce ad esprimersi al meglio risultando in alcuni frangenti quasi stonato.
Questo “Love eternal” è quindi un lavoro senza infamia e senza lode che riesce a convincere in alcuni brani ma che, di contro, risulta essere monotono e noioso in altri momenti. L’ottima registrazione e lo studio degli effetti è sicuramente un punto a loro favore, ma questo non basta a creare un platter che può diventare un cult nell’ambiente dark.
Il cd in questione non è di certo da scartare e lo consiglio a tutti gli amanti del gothic e del dark dal momento che presenta sicuramente alcune idee ben sviluppate e di indubbio interesse e gusto.
TRACKLIST
1. Intro
2. Six six six (are ways to love)
3. Lost in the darkness
4. The secret love
5. Feel the emptiness
6. Immortal love
7. Your last embrace
8. Lonely heart