Recensione: Lowlife Highlights

Di Fabio Vellata - 18 Giugno 2008 - 0:00
Lowlife Highlights
Band: Mustasch
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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76

Mustasch, ovvero potente stoner rock, recapitato a stretto giro di posta direttamente dalle tanto prolifiche lande svedesi.

Non è la prima volta che il nome della band scandinava compare sulle pagine di Truemetal: devo tuttavia ammettere, nonostante la mia assidua frequentazione del genere indicato, una grave lacuna nei confronti del gruppo di Ralf Gyllenhammar, sentito nominare più volte ma mai preso seriamente in esame a causa d’opinioni discordanti e non sempre lusinghiere.
L’occasione per approfondire la conoscenza è dunque ghiotta e si presenta sotto forma di un sontuoso (e lunghissimo) greatest hits fornito gentilmente dalla premurosa Regain Records, label del combo nordeuropeo sin dall’EP “Parasite”, edito un paio di anni or sono.

Ebbene, bando a fastidiosi preamboli autobiografici e via con un paio di considerazioni ragionate su questi settantacinque minuti di musica sulfurea ed “allucinogena”, contenuti in “Lowlife Highlights”.
Velocità, urgenza, sveltezza e brio sono parole talvolta aliene e senza senso nell’immaginario dei Mustasch, sostituite da un termine molto più appropriato: “pesantezza”.
Ritmo scavato nella roccia, chitarroni spessi come i muri di un condominio, voce vagamente declamatoria ed effettistica posta, di tanto in tanto, a condire partiture non proprio di facile digestione e fruibilità, sono le basi essenziali dell’intero impianto sonoro.
In una sola parola, “stoner” – di quello purissimo e cristallino – è tutto ciò che i quattro musicisti scandinavi hanno orgogliosamente da offrire. Nulla di più, nulla di meno.

Spaventati all’idea di trovarvi nello stereo uno snervante mattone fatto di brani pastosi e luridamente imbrattati da sprazzi di hard rock settantiano e colate doom?
Lasciate perdere nel modo più assoluto e passate oltre, evitando così una forte emicrania maturata dall’ascolto di un’ora e un quarto di ritmi al limite dello stordente…
Se invece siete tra coloro che, ai nomi di Monster Magnet, Spiritual Beggars e, perché no, Killing Joke e Black Sabbath, provano un piccolo sussulto d’interesse, lasciatevi tentare ed andate alla scoperta di questa robusta raccolta.

Scoprire brani giganteschi e colossali come “Unsafe At Any Speed”, “Down In Black” (tra i pochi pezzi a celare un’anima cupamente speed), “Dogwash” e “Monday Warrior”, potrebbe farvi sfuggire un sorriso inatteso e repentino, dovuto a sensazioni eccitanti, paragonabili alla poesia di un colpo di tuono assordante in una giornata di sole (il minaccioso ed enorme riff di “Ratsafari” è indicativo in tal senso), seguito da una pioggia torrenziale e senza sosta.
Quello che conta, ad ogni modo, sono i volumi. Ascoltare, infatti, tracce di questa rocciosa struttura a livelli soffusi o rilassati, non può far altro che annichilire l’espressività di un genere musicale che, per natura, deve poter “avvolgere”, assorbire e scardinare, lasciando dapprincipio intontiti per poi, come nebbia che si dirada, rivelare una potenza d’immagini unica e a se stante, difficile da comprendere, ma, nondimeno, ricca di sfumature e pregna di significati.
Inutile ad ogni modo sottolineare, come la condizione primaria sia quella di essere estimatori di questo tipo di suono, talora un po’ indigesto e difficile, sebbene non privo di un dinamismo proprio e di connotazioni a volte genialoidi.

Tagliamo corto dunque. Il risultato che scaturisce da “Lowlife Highlights” in sostanza è, per chi è avvezzo allo stoner, davvero godibile e di ottima qualità e rappresenta uno spunto interessante per prendere maggiore confidenza con una band “sotterranea” davvero niente male.

Per il sottoscritto, una scoperta piacevolissima ed inaspettata.
Come sempre tuttavia, ognuno sia libero di valutare da par suo…

Tracklist:

01. Unsafe At Any Speed
02. Down In Black
03. Accident Blackspot
04. The Deadringer (extended)
05. I Lied
06. Homophobic/Alcoholic
07. Fredrika
08. 6:36
09. Haunted By Myself
10. Black City
11. White Magic
12. The Wave
13. Dogwash
14. Monday Warrior
15. Into The Arena
16. Rat Safari
17. I Hunt Alone
18. Ocean Song

Line Up:

Ralf Gyllenhammar – Voce / Chitarra
Hannes Hansson – Chitarra
Mats Johansson – Basso
Mats Hansson – Batteria

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